I mitici anni 80, con tutte le loro mode e contraddizioni, rivisitati oggi hanno ancora un sapore magico
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Jonathan dimensione avventura era una rubrica di divulgazione scientifica/naturalistica condotta da Ambrogio Fogar. Andò in onda prima su Rete4 in seconda serata, poi dal 1987 su Italia 1, ogni lunedì sera alle 20:30. La trasmissione documentava spedizioni ed illustrava luoghi incontaminati, animali esotici e viaggi avventurosi. La sigla era composta da Vangelis, il compositore greco autore delle colonne sonore di Momenti di Gloria e Blade Runner.
Il programma era ideato dallo stesso Fogar, in quegli anni simbolo dell'avventuriero moderno che, avendo partecipato in prima persona a numerose spedizioni ed imprese estreme, diventava un'icona per i ragazzi che sognavano di vedere il mondo e scoprire la natura. Il carattere divulgativo della trasmissione poi rendeva il format molto adatto ad un pubblico di ragazzi e studenti. Al contrario di altri programmi di grandi autori quali Jacques Cousteau o Folco Quilici, Jonathan aveva un taglio più avventuroso e tematiche ambientali che interessavano vari continenti, dall'Africa sub Sahariana ai poli, dagli oceani alle vette più elevate. Jonathan parlava di popoli, culture, natura, spedizioni umane e viaggi ai limiti del possibile, attraversava giungle impervie e deserti rocciosi e mostrava luoghi inaccessibili.
https://www.youtube.com/watch?v=tSFpJmjH1bw
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Negli anni '80 c'era un elemento del corredo di cancelleria che non poteva mai mancare negli astucci degli scolari: il bianchetto. Detto anche in modo più formale "correttore universale", si trattava di un barattolino di plastica al cui tappo era attaccato un pennello a setole fini che rimaneva immerso nel contenuto, una vernice bianca ad asciugatura rapida. Il bianchetto veniva usato per coprire il testo scritto a biro, poiché le tracce di penna a sfera non erano facilmente rimovibili con la tradizionale Pelikan, e fregando troppo con la gomma si rischiava di bucare il foglio. In seguito l'articolo fu perfezionato, sostituendolo con un pennarello a rilascio di vernice per evitare che il contatto con l'aria asciugasse il contenuto del barattolo.
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Siamo nel 1985, anno in cui la GIG iniziava a produrre e pubblicizzare sulle pagine di Topolino una nuova linea di giocattoli di ambientazione fantasy/fantascientifica: i Fantanauti. Si trattava di action figure alte approssimativamente 15 centimetri vendute in scatole quadrate di cartone. All'interno, alloggiati in sagome di polistirolo, si trovavano i pezzi. L'appellativo di guerrieri della metamorfosi si giustifica proprio nel fatto che gli arti di questi personaggi erano attaccati al corpo mediante piccole sfere calamitate che, oltre a consentire il movimento degli arti, permetteva di smontarli e rimontarli mischiandone i pezzi. I personaggi in questione erano due. Totila l'Invincibile, e Wiscid il Malvagio.
Inutile dire chi dei due era il buono e chi il cattivo.
Leggi tutto: Fantanauti - I supremi guerrieri della metamorfosi
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Correva l'anno 1988 quanto uscì il disco Faccia da pirla, la cui title track divenne un autentico tormentone scalando la vetta delle classifiche vendite in Italia. Il brano ebbe un gran successo per via del fatto che sembrava essere stata dedicata all'allora astro nascente Jovanotti, dichiarazione poi smentita dall'autore Charlie, al secolo Carlo Marchino. Inoltre la copertina del disco, ideata da Massimo Zucchelli della Logic Studios, che ritraeva uno specchio con su scritta la frase "Faccia da pirla" ne catalizzò ulteriormente il successo.
Oggi Charlie non canta più, dopo il successo del 1988 seguirono ancora due album di scarso successo dopo i quali l'autore iniziò la carriera di produttore. La sua storia, riletta oggi, suona come l'avventura di un ragazzo poco più che ventenne che di colpo diventa famosissimo, senza Internet e senza Facebook.
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Un'estate al mare, voglia di remare, fare un bagno a largo, per vedere da lontano gli ombrelloni oni oni... Così cantava Giuni Russo nel lontano 1982. Negli anni '80 le vacanze estive erano parte di un cliché al quale pochi potevano sottrarsi. Un po' per via della voglia di fuggire dalle città, al benessere diffuso di cui la società medio borghese italiana godeva e la forte svalutazione della Lira in seguito alla Scala Mobile, ogni estate gli oltre 4000 Km di coste italiane si preparavano ad accogliere milioni di turisti provenienti da ogni parte d'Europa.
Rimini, Cattolica e Riccione rimanevano le mete più gettonate dai giovani o dalle famiglie in cerca di divertimenti ben integrati con strutture turistiche all'avanguardia. Tra il 1984 ed il 1994, il tratto di costa di Follonica, a nord-ovest di Grosseto, tra Piombino e Punta Ala, era per me il tratto di mare più bello del mondo.