Alcuni pensieri e considerazioni sul mondo del software, scritte da un insider
La grafica al tempo del colera
Da buon videogiocatore qual ero, mi sono spesso trovato a confrontare i videogiochi moderni e quelli della mia generazione su vari piani, un po' per il senso di nostalgia che normalmente si prova nei confronti delle cose vecchie, un po' perché il confronto si pone inevitabilmente per chi ha avuto l'opportunità di provare entrambi i prodotti. Agli occhi invece di un giovane videogiocatore le console moderne e la grafica spinta sono lo status quo, forse anche perché nessuno sano di mente si porrebbe mai il problema di proporre sul mercato un prodotto di livello qualitativamente inferiore.
Davanti ai prodigi della grafica moderna verrebbe da pensare che la perfezione è stata raggiunta sotto vari punti di vista. Eppure c'è ancora qualcosa che sfugge, qualcosa di cui ci rendiamo conto ma che non sappiamo bene descrivere. Un fenomeno noto col nome di Uncanny Valley ci impedisce di ammettere che siamo riusciti a creare un prodotto graficamente perfetto.
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Il web al tempo del colera
Buon compleanno Google!, oggi sono ben 13 anni e devo dire che da quel lontano 1998 di strada ne hai fatta parecchia. Anche se sei nato alla fine del 1997, è nel 1998 che sei diventato tanto popolare anche tra di noi.
Nel laboratorio di informatica dell'università si iniziava a ripetere il motivetto: "Ma prova a cercare su google, vedrai che ti vengono fuori più risultati". Al tempo esistevano parecchi motori di ricerca (un minuto di silenzio per Astalavista) ed erano quasi tutti basati sulle keyword e sui meta tag, due tecniche che sarebbero pure estremamente efficienti nella ricerca se solo vivessimo in un mondo fatato. Per un sito malizioso era immediato introdurre parole scelte tra le ricerche più frequenti o di moda per ingannare i navigatori ed attirare traffico. Inoltre, era possibile acquistare le prime posizioni negli output di ricerca semplicemente facendo richiesta.
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Stars! Battaglie spaziali alla vecchia maniera
Quando i computer avevano un solo processore che si occupava tra le altre cose anche della grafica, i videogiochi già esistevano! Certo erano più semplici, o genuini se vogliamo, però erano già capaci di suscitare emozioni facendo uso delle limitate risorse di un PC Intel 386 con soli 4 MB di RAM. D'altra parte, una frase risuona da tempo nel mondo dell'informatica, databile al 1981, rozzamente tradotta ed erroneamente attribuita a Bill Gates: "Nessuno avrà mai bisogno di più di 640k di RAM" ci insegna che un tempo anche 1 MB di RAM avrebbe soddisfatto le esigenze del programmatore più esigente.
Stars! è un videogioco strategico di battaglie spaziali basato su un sistema di gioco a turni. Con un interfaccia grafica molto complessa e funzionale anche se esteticamente poco appariscente, ha conquistato tra il 1995 ed il 2000 folte schiere di appassionati giocatori in tutto il mondo proprio grazie ad una sua caratteristica peculiare: l'attenzione che veniva data agli aspetti strategici e di calcolo.
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Start me up once again!
Devo ammettere che una lacrimuccia ci sta proprio. E dire che da Windows 7 il tasto Start è pure sparito. A parte i suoi frequenti crash ed i suoi bug definibili surreali, Win95 ci ha regalato tantissimi momenti di divertimento. Penso ai partitoni a Quake giocato da finestra per fare i fighi con i compagni di scuola, l'esperienza di gioco a 32 bit, i primi programmi scritti per Win32, le paranoie per la sicurezza ed il Win Nuke praticato regolarmente in laboratorio di informatica o su IRC. Windows 95 nacque per essere un sistema operativo facile e alla portata di tutti, immediato nel suo utilizzo grazie ad una elaborata (per l'epoca) interfaccia grafica e con l'intento di avvicinare chiunque al modo dell'informatica di cosumo, anche purtropo coloro che forse era meglio se stavano da un'altra parte.
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Eye of the beholder hex edit
La prima volta che completai gli episodi della saga di Eye of the Beholder non feci uso di trucchi, non ero abbastanza smaliziato. La prassi consisteva nel salvare continuamente la partita e provare alla cieca ogni strada possibile. Alla mal parata si poteva chiedere ad un amico o consultare le soluzioni sulla rivista del mese, ammesso che fossero disponibili. Ricordo quei tempi con nostalgia, un po' perché avevo tempo da spendere impazzendo a risolvere enigmi allucinanti, un po' perché si trattava di un intrattenimento più genuino, senza quell'alone di commercialità su vasta scala che i videogiochi moderni hanno.
In seguito la passione per l'informatica unita alla curiosità mi hanno portato ad esplorare la possibilità di forzare certi meccanismi del gioco grazie ad un po' di sano editing esadecimale, senza però lo scopo di barare ma semplicemente per puro amore della conoscenza. Ho provato qualche trucco e funzionano davvero!
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