Pensieri e divagazioni su argomenti vari
Overshoot Day 2012
Il 22 agosto 2012 è una data importante per il pianeta Terra. Oggi ricorre l'Overshoot Day, il giorno dell'anno in cui i terrestri hanno consumato tutto quello che gli ecosistemi sono in grado di produrre in modo sostenibile o di compensare attraverso i cicli di rigenerazione naturali. Dall'indomani, ogni goccia d'acqua prelevata dalle falde acquifere andrà a erodere le scorte, ogni milligrammo di CO2 immesso nell'atmosfera non potrà più essere sequestrato dalla vegetazione, ogni pesce pescato andrà a ridurre quella popolazione del mare diminuendone il numero definitivamente.
Lo stesso discorso vale per le fonti energetiche non rinnovabili ed il consumo di suolo. Naturalmente si tratta di un calcolo approssimativo poiché è ben noto che non tutte le risorse si esauriscono allo stesso momento, soprattutto se non esiste una correlazione tra esse.
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In memoria del vecchio ponte
Tutto iniziò la notte tra il 5 ed il 6 novembre 1994. Pioveva incessantemente da giorni su tutto il Piemonte, ricordo che in quei giorni si vedeva benissimo il fiume scorrere a filo dell'argine dalla finestra del bagno di casa. Il fiume Tanaro era uscito dal proprio letto ed aveva allagato la pianura circostante fino ad arrivare a lambire l'argine che proteggeva le case. Qualche temerario si spingeva fino alla piazzola di ormeggio delle barche da pesca, nel punto dove l'argine terminava per cedere il passo ad un breve tratto di strada privata che conduceva in Lungo Tanaro Magenta.
Il fianco del fiume era gremito di gente, anziani per la maggior parte, che monitoravano costantemente l'innalzamento del fiume ed elaboravano congetture sulle possibilità di un'esondazione. Quindici anni dopo arriva la sentenza: l'alluvione che ha colpito Alessandria la mattina del 6 novembre 1994 è stata colpa dello storico Ponte Cittadella, che avrebbe ostruito lo scorrere del fiume impedendo il deflusso delle acque e causando il disastro. Ma è andata davvero così?
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Il dottor Fu Manchu fa ancora paura?
Il rapporto tra Occidente e Oriente è sempre stato un misto di amore e odio. L'Oriente fa paura perché è vasto, sconosciuto ai più e nasconde potenzialità e risorse che potrebbero sovvertire l'ordine globale moderno. Troppo attaccati all'idea che la nostra dottrina di vita sia superiore perché basata sulla libertà, sulla democrazia e sul capitalismo, viviamo in un mondo onirico in stile sogno americano senza renderci conto che in realtà non siamo liberi, la democrazia è una pura facciata ed il capitalismo, che sta progressivamente andando in rovina, è in realtà roba per pochi.
Da sempre il diverso e l'ignoto hanno fatto paura ma più spesso questa paura è stata studiata a tavolino e pianificata per essere inculcata in massa nelle teste di una generazione. Nel 1952, in piena Guerra Fredda, la minaccia di un attacco nucleare creò una vera psicosi in America, tanto che il governo avviò un programma di educazione alla difesa antinucleare per civili mediante il personaggio di Bert la Tertaruga. Durante la Guerra Fredda uno dei maggiori spauracchi era il Blocco Sovietico, o Blocco Orientale, composto principalmente dall'Unione Sovietica ed i suoi alleati in Europa Centrale e Orientale. Anche la Cina Maoista era tenuta a debita distanza.
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Notte prima degli esami
"...notte di lacrime e preghiere / la matematica non sarà mai il mio mestiere / e gli aerei volano alto tra N.York e Mosca / ma questa notte è ancora nostra...". Sarebbe troppo semplice parlare di quella notte del 23 giugno 1999 come di una notte di veglia e di attesa, una notte di ansia e di speranza. Eppure chiunque l'abbia affrontata e ripensa a quell'esperienza non può non provare un minimo di nostalgia. Ricordo la mattina del 24 giugno, quando varcai quasi impassibile l'atrio dell'istituto tecnico industriale Alessandro Volta. Ormai il lavoro era stato fatto, bisognava adempiere a quell'incombenza ed attendere che fosse tutto finito, non c'era molto di cui essere preoccupati.
Proprio questa mattina, oggi come allora, gruppi di studenti sono saliti sul pullman per Valenza diretti all'istituto Cellini per sostenere la loro seconda prova scritta e sentendo i loro discorsi ho rivissuto anche io quel giorno di 13 anni fa.
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Buon compleanno Limits To Growth
A distanza di ormai 40 anni dalla sua pubblicazione, The Limits To Growth fa ancora parlare di sé, soprattutto in questo tempo di crisi in cui si inizia a ripensare seriamente alla causa di tutta questa rovina. Si parla della Grecia, dei suoi 439.000 bambini che soffrono la fame e dei suicidi che segnano un +40% tra i suoi abitanti. Come in Grecia, in molti altri paesi qualcosa si sta muovendo, a partire dalla Spagna. Anche l'Italia sommersa grida la propria rabbia, ma il baccano che proviene della parte emersa, quella che ancora si gode la vita e sogna il benessere copre quelle grida ovattando il tutto con l'assordante ritornnello della pubblicità, dei reality show e dello spettacolo.
Eppure, quando si leggono certe cose non può non venire il dubbio che ci sia qualcosa di radicalmente sbagliato nelle soluzioni che questi burocrati ci stanno propinando. In effetti no sembrano funzionare. Non hanno placato la sete insaziabile di questi mercati che sono stati assunti quali giudici indiscussi delle politiche a qualsiasi livello. Non hanno mostrato la minima prospettiva di crescita o di uscita da questa morsa, che lungi dall'essere acqua passata, come molti politici si sono affrettati a sostenere sin dal 2009. Forse perché l'obiettivo che ci stiamo ponendo è irrealizzabile?
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