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Cinque computer al mondo
Il signore qui a sinistra è Thomas John Watson, Chief Executive Officer della IBM dal 1924 al 1956. A lui è attribuita, seppur erroneamente, una delle più celebri pevisioni fallimentari della storia dell'informatica: "I think there is a world market for maybe five computers" (penso si sia un mercato mondiale per forse cinque computer).
Il 1 maggio 1914 entrò a far parte della Computing Tabulating Recording Corporation (CTR), che nel 1924 rinominò in International Business Machines. Watson fu il principale artefice della fortuna dell'azienda di Armonk.
Una lancia va tuttavia spezzata in suo favore. Innanzi tutto la frase gli è stata erroneamente attribuita. In secondo luogo erano anni in cui i calcolatori elettronici erano davvero pochi, enormi e scarsamente efficienti. Ce ne saranno stati una manciata in tutto il mondo in dotazione ai centri di supercalcolo delle università e degli eserciti, e probabilemente nemmeno tutte le super potenze potevano fare affidamento su di essi.
Negli anni della Grande Guerra la IBM forniva principalmente le amministrazioni di ETM (Electric Tabulating Machine), cioè macchinari da calcolo che acquisivano dati da schede perforate restituendo i risultati in forma aggregata, molto utili nel ramo contabilità.