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Microsoft Surface - Blue Screen of Death 2
La storia di oggi riguarda di nuovo Mamma Microsoft che nel giorno 20 giugno 2012 lanciò di fronte alle telecamere di mezzo mondo il suo nuovissimo tablet: Surface. Si tratta dell'ultimo ritrovato tecnologico che si pone in netta antitesi all'ormai consolidato iPad di casa Apple. L'obiettivo di Microsoft è invadere questa nicchia di mercato, ormai dominata dallo strapotere della Mela e dal secodo arrivato Samsung Galaxy. Per chi ha buona memoria però, il 20 del mese non porta fortuna a Microsoft. Ben 14 anni sono passati dall'ormai lontano lancio di Windows 98, il 20 aprile 1998. 5176 giorni fa al COMDEX di Las Vegas un imbarazzatissimo Chris Capossela assisteva impotente al crash di Windows 98 mentre il sistema operativo tentava di agganciare uno scanner mediante la sua innovativa interfaccia Plug 'n' Play. In presenza dello stesso Bill Gates, le telecamere di mezzo mondo di allora ripresero il Blue Screen of Death.
Il 20 giugno 2012 la storia si ripete, ma questa volta la figura tocca a Steven Synofsky, capo della divisione Windows e Windows Live.
La vicenda ricorda molto l'episodio del COMDEX, ma questa volta Bill Gates non è presente, dal momento che ufficialmente ha mollato le redini della Microsoft per dedicarsi a tempo pieno alle sue attività filantropiche insieme alla moglie, con la quale fondò nel 1994 la Bill & Melinda Gates Foundation. Proprio mentre Synofsky stava spiegando quanto sia facile navigare in Internet grazie a Microsoft Explorer, il touchpad del tablet smette di rispondere. Dopo qualche tentativo Synofsky deve però desistere e sostituire il tablet.
Equipaggiato con il modernissimo Windows 8, il Microsoft Surface si propone con un interfaccia innovativa, decisamente Metro Style ed in linea con i nuovi principi di usabilità delle applicazioni per il mondo mobile. Linee essenziali, alto livello di usabilità e software studiato per offrire alta interattività, bassa latenza ed una buona risposta all'input dell'utente sono i principali aspetti delle nuove interfacce mobile. L'approccio Metro Style è infatti qualcosa che va oltre il design delle applicazioni, è una vera e propria filosofia di progetto che punta all'essenziale, ad un linguaggio metropolitano quindi globalizzato e comprensibile a tutti, che affonda le sue radici negli studi della scuola Bauhaus.
La filosofia parte appunto da un concetto molto semplice: l'utente di un servizio non è quasi mai disposto ad aspettare molto per ottenere ciò che chiede e non si cura troppo dei dettagli quando si tratta di cercare qualcosa. Un esempio banale è l'indicazione della toilette nella hall dell'aereoporto. Ha poca importanza se l'indicazione descrive col massimo livello di dettaglio le caratteristiche della toilette, oppure se è rappresentata in modo molto dettagliato. Tutti noi sappiamo che in quei momenti quello che conta è localizzare la toilette più rapidamente possibile e che al nostro posto ci potrebbe essere un russo, un pakistano o un finlandese. Tutti devono essere in grado di riconoscere ed interpretare l'indicazione. Al di là di ogni facile critica, bisogna riconoscere due cose.
Innanzi tutto, come sempre si tratta di sistemi di largo consumo, quindi destinati ad un ampio pubblico. Come già discusso in precedenza, la robustezza di questi prodotti è il principale investimento del produttore, che deve andare incontro alle esigenze di milioni di utenti. Quindici anni fa esisteva la netiquelle, ovvero un codice di comportamenti non scritti da usare in rete per una pacifica convivenza. Una di queste regole era evitare allegati ingombranti o testo HTML nelle email, perché chi le riceve potrebbe avere una connessione lenta o un lettore di posta meno evoluto. Oggi tutto questo sembra assurdo, gli utenti pretendono di scaricare film e dati in tempi ridottissimi, stressando l'hardware oltre misura perché non esiste una cultura tecnologica.
Secondariamente, si tratta di una rivoluzione silenziosa. Trent'anni fa il business si faceva con l'hardware. Il software era un accessorio. Poi la tendenza si è invertita e dagli anni novanta fino a ieri l'hardware è diventato un oggetto a basso costo. Il business si è spostato sul software, le licenze ed i servizi. Oggi, con notevole ritardo come sempre, Microsoft abbraccia la filosofia che Steve Jobs da sempre sostiene: Chi fa sul serio col software deve avere anche il proprio hardware. La sinergia tra hardware e software torna ad essere fondamentale nei business plan di Microsoft tanto da decidere di mettere in piedi una linea di produzione specifica per i tablet. Per i visionari questo è un passo avanti, per gli affezionati dell'informatica vecchio stile e chi alla fine degli anni '90 ha vissuto il fenomeno Java, questo è un passo indietro.
Tirando le somme, chi compra un tablet non lo fa per esigenze molto particolari, di solito è per scopi comuni a milioni di utenti. Microsoft però ha previsto due versioni del prodotto: una versione basata su processore ARM, che si collocherà in una fascia di mercato più bassa e capace di eseguire solo le applicazioni scaricate dal marketplace, ed una versione Pro, che monta un processore Intel x86 ed è capace di eseguire anche software standard per PC. Non sono state ancora diffuse comunicazioni ufficiali riguardo la data di lancio, il prezzo e la durata della batteria.
Ecco l'estratto dell'incidente durante la presentazione di Microsoft Surface.
https://www.youtube.com/watch?v=vl1dpuBWhPU