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Pecorino o Doggy Style?
E' stato un po' per caso che questa mattina aprendo la posta mi è saltato all'occhio un messaggio di un amico aspista che segnalava un insolito bando di concorso per ricercatori in Scienze agrarie e veterinaria. Il titolo del progetto in italiano era Dalla pecora al pecorino, tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario italiano. E fin qui niente di male, dato che spesso si parla di tracciabilità dei prodotti D.O.C. Visto che uno paga per avere la qualità, mi sembra il minimo che si cerchi di garantirla. Poi mi cade l'occhio sulla traduzione che qualcuno deve aver inserito distrattamente o meccanicamente... From sheep to Doggy Style, traceability of milk chain in Tuscany.
Non ho mai creduto nella traduzione dei nomi propri, tant'è vero che non avrei tradotto percorino in nessun altro modo se non pecorino, all'estero sanno che cos'è. La fretta purtroppo è stata cattiva consigliera all'Università di Firenze, dove pecorino è stato tradotto come Doggy Style, l'equivalente inglese di quella che in italia definiremmo come una posizione animalesca che i cani assumono durante l'amplesso...
Nel giro di poche ore la notizia ha fatto il giro del web, in meno di due ore ne parlavano anche i giornali. Persino Science, la nota rivista scientifica, una delle più influenti a livello mondiale, ha riportato il fatto. Al ministero si sono scusati, hanno copia-incollato senza controllare il testo. In breve tempo l'annuncio del bando era stato corretto.