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2011: le crociate

La prima crociataNel dicembre 1095 una grande folla si riunì attorno alla cattedra di Papa Urbano II. La folla era così numerosa che la cattedrale di Clermont non poteva contenerla, così lo scranno fu portato fuori nella piazza antistante. Da lì, Papa Urbano II (al secolo Ottone di Lagery) lanciò il proclama per la liberazione della Terra Santa dall'usurpatore infedele. Iniziava così nel 1096 la prima crociata. Sebbene le motivazioni ideologiche furono la formale legittimazione alla guerra, queste non furono le vere ragioni del conflitto, che mirava invece a riaprire le vie di cominucazione e commerciali verso l'oriente.

Dalla caduta dell'impero romano infatti, l'Europa si trovava allo sbando. Venendo a mancare la Pax Romana finì un'era di stabilità economica, commerciale e di crescita culturale. In assenza di controlli le strade erano diventate terreno di caccia per banditi e predoni, gli scambi commerciali subirono un drastico freno e l'economia europea regredì ad uno stato pre romano. Parallelamente, l'Islam si espandeva a macchia d'olio sia dal punto di vista militare che culturale, andando a riempire quel vuoto che la caduta dell'impero romano d'occidente aveva lasciato. Il mediterraneo era diventato terreno di conquista per i musulmani che assunsero il monopolio delle rotte commerciali. Erano tempi in cui l'occidente era vessato da questo giogo e le crociate furono la scintilla che trasformò un sentimento di odio verso l'oppressore in un movimento di rivincita e riconquista della supremazia.

La caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989)Oggi, circa 900 anni dopo, la situazione è ribaltata. L'economia occidentale è diventato il modello di sviluppo dominante e la globalizzazione l'ha esportato in tutto il mondo. Tuttavia, perché esistano i ricchi, devono esistere anche i poveri e gli oppressi e quasi un millennio dal proclama della prima crociata questo ruolo spetta di nuovo all'Islam. Dai tempi della Guerra Fredda infatti gli Stati Uniti d'America hanno privilegiato l'intervento armato nelle zone strategiche mediante la guerra per procura, come accadde in Afghanistan negli anni '80. L'esito di queste guerre è stata la destabilizzazione di poteri forti come l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche che si completò nel novembre 1989 con la caduta del Muro di Berlino. Lo sfaldamento che ne seguì generò disordine e povertà nei paesi periferici dell'unione che di colpo si trovarono senza il controllo centrale di Mosca. Il caos politico è l'ingrediente fondamentale per la nascita di stati guscio e cellule terroristiche, ma di questo l'occidente non tenne conto, abbagliato dalle grandi opportunità che si aprivano ad oriente. Uno stato guscio è un'enclave non politicamente riconosciuto che esercita il monopolio della violenza per autolegittimarsi ed imporre una economia di guerra. Grazie ai proventi di questa economia di guerra, lo stato guscio riesce ad autofinanziarsi, instaurare un regime del terrore ed intrapprendere programmi militari e politici personali, spesso volti a stabilire la predominanza in una certa area ed il controllo delle risorse. Un esempio è la Cecenia a cavallo tra il 1994 ed il 1996 o l'Albania tra il 1991 ed il 1995. Le grandi nazioni spesso cadono vittima dei ricatti operati da questi nuclei terroristici, sia per tutelare interessi propri o per semplice non curanza, ma sempre a spese della popolazioen locale.

Dagli anni '70 in poi i paesi arabi appartenenti all'OPEC avevano accumulato grandi ricchezze grazie al commercio del petrolio e vedevano nel caos generato nell'Europa orientale, nei Balcani e nell'Asia centrale un terreno adatto per una nuova colonizzazione culturale e militare. E' così che stati come il Waziristan, l'Afghanistan e l'Uzbekistan diventarono terreno fertile per la nascita di campi di addestramento per le moderne cellule terroristiche che attanagliano il mondo. Come l'Europa del 1095, oggi il mondo musulmano sta lanciando il suo proclama per la riconquista del ruolo predominante sulla scena globale e per ribaltare i regimi oligarchici instaurati dalle potenze economiche occidentali.

Anche in questo scenario si intravede un'inversione dei ruoli. Mentre 900 anni fa l'oppressore era il mondo Islamico e l'Europa l'oppresso, la crociata portò all'eoca all'inversione dei ruoli. Alla crociata seguì una controcrociata per opera di Salāh al-Dīn Yūsuf b. Ayyūb b. Shādī b. Marwān, meglio noto come Saladino, che però non riuscì a invertire il processo della storia. Oggi al contrario di allora la crociata parte dal mondo islamicizzato alla volta del cuore economico del mondo occidentale. La nostra controcrociata ha finora portato la guerra in casa del nemico con tutto il suo carico di odio, morte e distruzione e parallelamente ha allungato la mano sulle risorse energetiche dell'Asia ma il tentativo è andato a vuoto.

Non vedo perché il modo islamico debba covare oggi meno odio di un tempo nei confronti dell'occidente che cerca di destabilizzarlo per sottrarre risorse energetiche, stravolgere l'asset politico delle nazioni per assicurarsi un nuovo secolo di supremazia e parallelamente instaurare governi illegittimi in casa loro sul modello democratico, osceno ed improponibile per la cultura islamica.