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Cultura musicale e senso del bello
In un tempo in cui la scena musicale è dominata dai cosiddetti tormentoni, spesso ci si chiede se davvero la gente abbia perso il senso del bello, o semplicemente non abbia più tempo o peggio la capacità di stare a guardare e distinguere il bello dal brutto. Parlando di musica, ogni anno d'estate si assiste alla solita massa di utenti che ipnotizzati ascoltano e consumano quello che viene loro proposto come il meglio della produzione contemporanea. Anche la letteratura non si sottrae a questi meccanismi, specie sotto l'ombrellone.
La novità contagia in modo virale le persone e sembra colgliere il favore di tutti. Pare proprio che l'autore abbia fatto centro nei gusti delle masse. O forse è la massa che è troppo abituata a non scegliere o che ha perso la capacità di critica nei cofronti dell'offerta?
In Italia manca cultura musicale ed i generi cosiddetti "di nicchia" vengono considerati materia per pochi snob che ascoltano roba improponibile soltanto per distinguersi dalla massa. Negli ultimi due anni abbiamo assistito all'esplosione latina, col Brasile in prima posizione nell'esportazione di musica. La colonna sonora di ogni serata latino americana è stata Danza Kuduro (Lucenzo ft Don Omar), poi è arrivato Michel Telò con Ai se eu te pego, ora è il turno di Gusttavo Lima con Tche tche tche. Nei locali latini in Italia non si ascolta altro, ma a Puertorico? O in Brasile? Là la gente conosce molto bene la musica del propio paese, e se Danza Kuduro è considerato un Reggaeton in Italia, a Cuba non lo prendono nemmeno in considerazione, perché sanno che quella è musica scritta per essere esportata, o al più per i turisti.
Al di là delle sonorità del reggaeton, il Kuduro è una musica dance elettronica frutto di sperimentazioni iniziate negli anni '80 in Angola, ma è solo dopo il 2000 che diventa un genere vero e proprio in Portogallo per opera degli immigrati Angolani che lo esportano. Nata dalla fusione di ritmi Calypso e Soca, è stata poi modernizzata aggiungendo effetti elettronici tipici della musica Techno. C'è quindi poco di latino americano nella proposta musicale moderna, solo tanta iniziativa commerciale.
Un altro esempio di povertà culturale in materia di musica lo offre un gran repertorio di musica pop. Pezzi costruiti con quattro accordi su scale diatoniche maggiorni, tempi molto regolari e testi poco impegnati. In certi ambienti protestanti, sfogliando il libretto dei canti in una qualsiasi chiesa, si può vedere che insieme alle parole compare spesso la partitura musicale per aiutare il cantore a trovare la giusta intonazione. Saper interpretare uno spartito musicale non significa saper eseguire il Trillo del Diavolo su uno Stradivari del 1700, ma aiuta a comprendere meglio ciò che si ascolta. A volte la bellezza è proprio davanti ai nostri occhi e noi non ce ne accorgiamo assordati dal frastuono della vita quotidiana.
Celebre è l'esperimento del Washingto Post del gennaio 2007, in cui Joshua Bell, un giovane prodigio statunitense della musica classica suonò nella stazione della metropolitana di Washington DC il suo violino Stradivari del 1713, del valore di circa 3,5 milioni di dollari. Joshua suonò per 45 minuti vestito da ambulante, eseguendo i pezzi più complessi del repertorio di Johann Sebastian Bach e raccolse circa 32 dollari dai passanti. Era l'ora di punta e si stima che passarono più di mille persone per quel corridoio, eppure la quasi totalità non si fermò neppure un momento. Un bambino di tre anni si fermò estatico ad ascoltare mentre la madre lo strattonava perché riprendesse il passo.