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Il costo energetico di una guerra
Sui libri di storia c'era sempre scritto che le guerre scoppiavano perché i buoni dovevano andare a dare una lezione ai cattivi, e l'unico mezzo per fermarli erano le armi. Al tempo dei romani c'erano i cattivi Vandali, gli Unni e gli Ostrogoti. Tribù barbare che dal nord scendevano nella penisola per saccheggiare la Repubblica e i mezzi erano pochi. C'erano le spade, i soldati e le tattiche. I più furbi usavano stratagemmi originali, animali esotici e arditi diversivi. Il risultato era sempre e comunque un bagno di sangue.
Oggi la guerra ci sembra più pulita perché è lontana e ipertecnologica. Ci sono i robot che combattono per noi, i soldati sono pochi ed equipaggiati con le più moderne attrezzature e chi più investe nella ricerca militare finisce col dettare il nuovo standard al quale presto o tardi tutti gli altri si dovranno adeguare. Si è visto con la Guerra Fredda. Una volta erano gli schiavi o gli animali a tirare ed azionare il trabucco, una delle più temute macchine da guerra medievali. Uno schiavo però aveva una resa molto bassa, si stima che fosse compresa tra un fattore 1 a 3 e 1 a 5. Le macchine in uso nella guerra moderna hanno prestazioni enormemente maggiori ma tutto questo ad un costo. L'energia.
Il carro armato M1A1 Abrams in dotazione all'esercito americano dal 1981 è un esempio. Utilizzato nella prima e nella seconda Guerra del Golfo, costa dai 2,3 ai 4,3 milioni di dollari e nel tempo è stato equipaggiato con i più moderni ritrovati dell'industria bellica come i proiettili all'uranio impoverito. Il soprannome che il suo motore si guadagnò nella prima Guerra del Golfo era gas guzzler, cioè gran bevitore di carburante propio per il suo consumo esagerato di benzina. Percorre la bellezza di 450 metri con un litro di benzina, il suo motore turbo eroga 1500 cavalli di potenza e pesa la bellezza di 65 tonnellate.
Un caccia F15 Eagle beve da 16000 a 20000 litri di cherosene l'ora, e non si tratta certo dell'ultimo ritrovato della tecnologia militare. Calcolando che ogni coalizione in guerra schiera un numero variabile ma consistente di mezzi e che seppur questi siano operativi per non più di qualche ora al giorno, si fa presto a scoprire che i consumi energetici di una guerra sono enormi. Nella sola operazione Desert Storm, nella prima Guerra del Golfo, i carri armati Abrams in funzione erano 1848 e molti furono costretti a rientrare alla base in riserva dopo essersi allontanato non più di 90 Km dal campo base. Si può fare una stima molto prudenziale e scoprire che il carburante consumato dai soli mezzi da guerra ammonta a 45 milioni di litri, sufficienti a riempire i serbatoi di oltre 1 milione di autovetture.
Lo scopo di una guerra per il petrolio è mettere le mani sui giacimenti e garantirsi il controllo delle risorse, i danni ambientali, oltre alle vittime civili e non e i danni alle infrastrutture del paese, sono marginalità. La combustione di un litro di benzina emette nell'atmosfera circa 2,5 grammi di CO2 che si è accumulata nel fossile nel corso di milioni di anni. Bruciando il fossile si libera di colpo tutta questa CO2 che deve poi essere sequestrata dagli ecosistemi in tempi molto più lunghi. Muovere un carro armato per 90 Km appena consuma quindi circa 200 litri di carburante ed emette mezzo chilo di CO2 nell'atmosfera. La guerra tuttavia muove interessi che vanno oltre allo scopo ultimo della guerra stessa e l'ambiente non è certo uno di questi interessi. Durante la prima Guerra del Golfo Saddam Hussein diede fuoco a ben 600 del 950 pozzi petroliferi del Kuwait come rappresaglia ad un'azione militare nemica. Circa un milionne di tonellate di petrolio andarono in fumo, i pozzi in fiamme ammorbarono l'aria per settimane. Il disastro ambientale che ne derivò supera di gran lunga tutti gli altri disastri causati da mano d'uomo, compresa la piattaforma offshore Deep Water Horizon (20 aprile 2010, da 460 a 800000 tonnellate di greggio disperso nell'ambiente), la petroliera Exon Valdez (24 marzo 1989, 32000 tonnellate di petrolio versate in mare), Amoco Cadiz (16 marzo 1978, 230000 tonnellate di greggio rilasciato).
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Per dare un'idea del danno derivatone: il petrolio greggio è più leggero dell'acqua e a seconda della sua qualità ha un peso specifico che varia da 0,78 a 0,85. Ipotizzando il caso migliore, un milione di tonnellate di petrolio corrispondono a 1,176,470,588.24 litri. Calcolando che la combustione di un litro di petrolio immetta nell'ambiente 2,331 grammi di CO2, si parla di oltre 2740 tonnellate di anidride carbonica emesse in un breve periodo. Per intendersi, l'equivalente di ciò che emettono oltre 190 automobili nel corso della loro vita.