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Prove generali di follia collettiva
Vigilia di Natale 2011, era un po' che non mi cimentavo con gli ultimi acquisti prima della grande data, forse perché ho sempre preferito muovermi per tempo in modo da evitare la folla inferocita, forse perché quest'anno per la prima volta mi sono trovato gli invitati in casa ed è toccato a me provvedere per il desco.
Ricordo da bambino il Natale come un giorno allegro e spensierato, la casa tutta addobbata pronta a ricevere i parenti ed i miei genitori tutti presi da questioni logistiche ma tutto sommato tranquilli. Ciò non si può dire invece dei preparativi per la festa, giorni frenetici in cui avviene una vera e propria guerra a colpi di ordinazioni e salti della coda.
Come tanti altri, questa mattina sono uscito di casa un po' in ritardo, ma fondamentalmente non avevo molto da fare se non passare a ritirare un paio di cose. LA situazione del traffico, ridotto ad un unico serpentone quasi immobile avrebbe invece dovuto accendere una lampadina sul fatto che fossero in atto le prove generali di un delirio collettivo che prende il nome di ultimi acquisti natalizi.
Un coro di clacson fa da cornice alle stradi di una Alessandria particolarmente calda per il mese di dicembre mentre i negozi di alimentari sembrano dei formicai. Persone chiuse nell'abitacolo della propria auto che invocano il Cielo, non sempre con intenti benevoli, alla ricerca dell'ultimo parcheggio libero, o in coda al banco della gastronomia vigilanti sullo stato della coda e la progressione dei clienti serviti, ronti a scagliarsi contro ogni malcostume al minimo segno di inefficienza del sistema. Sembra quasi che il mondo stia per finire e ciascuno corra per accaparrarsi il proprio pezzetto di salvezza prima che sia troppo tardi. Ognuno, ben conscio della scarsità del proprio tempo, invoca la clemenza della folla per poter passare un attimo avanti, questione di pochi momenti, giusto il tempo di ritirare un sacchetto, ignaro del fatto che quelle medesime richieste rispecchino le ragioni di un po' tutti.
Nella gastronomia di via dei Guasco le cose non sono andate diversamente. Da una parte i gestori del negozio, in piedi dalle 4 del mattino e al lavoro dal giorno precedente per soddisfare le esigenze cangianti di una massa di clienti esigeti, dall'altra un esercito di indaffaratissimi individui, ciascuno con le proprie esigenze e priorità, che lotta contro un sistema lento e poco flessibile nella speranza di divincolarsi dalla stretta di una coda che sembra immobilizzata da pochi individui mal organizzati. Ed il gestore del negozio, che non è certo uno che le manda a dire, sbotta di colpo nell'obiettivo di riportare la situazione a quello che dovrebbe essere: una coda per ritirare merce ordinata.
Abbiamo ridotto proprio male il Natale. Una corsa all'acquisto, gente nervosa che impazzisce per stare dietro alle tante nevrosi che una società del consumo impone, che lotta per difendere la propria nicchia in una bolgia di consumatori sempre più di fretta e sempre a corto di tempo per fermarsi e realizzare quanto folle tutto questo sia diventato.
Il Natale era più bello quando ero bambino, non tanto peché i problemi erano materia di delirio altrui o perché il cibo per le libagioni del 25 dicembre spuntava direttamente dal frigorifero, ma perché da bambini riuscivamo a dare al tutto una dimensione più natalizia. Forse erano proprio gli sforzi ed i deliri della generazione adulta a permettere che quel giorno assumesse un'atmosfera di idillio e magia ma sarebbe porprio un bel Natale se quel miracolo potesse ripetersi anche per gli adulti.