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Raffaele Bendandi e la scienza dei terremoti
Raffaele Bendandi, classe 1893, naque a Faenza (RA) il 17 ottobre nel quartiere popolare detto Filanda Vecchia e morì nella stessa città il 3 novembre 1979. Sismologo autodidatta e pseudoscienziato, fu da sempre in contrasto con la comunità scientifica per la sua teoria sui terremoti, per la quale non fornì mai prove empiriche o confutabili. Egli sosteneva che il moto dei corpi celesti avesse influenza sulle masse semiliquide nel sottosuolo terrestre alla stessa maniera delle maree e che quindi studiando il moto degli astri si potessero prevedere le scosse telluriche.
Utilizzando il suo metodo, Bendandi riuscì a prevedere con buona approssimazione il terremoto che il 4 gennaio 1924 colpì le Marche, innalzandosi così agli onori della stampa. Nello stesso anno venne nominato Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia da Benito Mussolini ma nel 1927 la sua fortuna iniziò a svanire. Gli fu persino intimato di interrompere le proprie ricerche pena l'esilio sebbene lui continuasse a sfornare previsioni per l'Italia che regolarmente pubblicava su testate straniere.
Oggi Bendadi è particolarmente attuale per la sua previsione relativa ai terremoti del 5-6 aprile 2012. Secondo i suoi studi, in quei giorni l'intero pianeta sarà devastato da terremoti immani e l'Italia sarà duramente colpita. In questi ultimi mesì abbiamo assistito a ripetuti eventi tellurici di entità molto minore che hanno colpito in centro-nord Italia. Da un certo punto di vista questi eventi avvalorano la tesi di Bendadi, dal momento che ogni terremoto può essere anticipato da scariche di preavviso e seguito da altri movimenti di assestamento.
Raffaele Bendandi è stato un personaggio decisamente eclettico. Di umili natali, la famiglia non poteva permettersi i costi dell'istruzione, pertanto Raffaele dovette fermarsi alle scuole elementari, completandi la sua istruzione con un corso di disegno tecnico e facendo l'apprendista da un orologiaio. Si appassionò di astronomia, che studiò da autodidatta e si interessò di sismografia quando il 28 dicembre 1908 un potente terremoto di magnitudo 7,2 colpì la città di Messina, mentre la sua principale occupazione rimaneva la falegnameria.
Nel 1919, durante una passeggiata in riva al mare ebbe l'intuizione che lo portò a formulare la sua teoria. L'evento che lo innalzò agli onori della stampa fu la previsione del terremoto nelle Marche del gennaio 1924. Il 23 novembre dell'anno precedente, in presenza di un notaio di Faenza, depositò la sua previsione per il 2 gennaio che però si avverò il 4 gennaio. In seguito alla divulgazione del proprio metodo Bendandi venne emarginato dalla comunità scientifica e trattato come un ciarlatano. Nel 1976 predisse il terremoto di magnitudo 6,4 che colpì il Friuli il 6 maggio ma nessuno gli diede ascolto e 989 persone morirono quel giorno.
Raffaele Bendandi venne trovato morto il 3 novembre 1979 nella sua casa a Faenza in via Manara 17, in circostanze non ben chiare. Oggi il suo metodo è di proprietà dell'Accademia Pontificia, alla quale venne affidato nel 1931. Nel 1972 prima e nel 1976 poi, gli astronomi Wood (USA) e Smith (UK) ripresero e perfezionarono la teoria di Bendandi, ma oggi come allora lo scetticismo regna e nessuno è disposto a prendere in seria cosiderazione la tesi di Bendandi.
Raffaele Bendandi ci ha lasciato una previsione riguardo un terremoto che avrebbe distrutto Roma l'11 maggio 2011, fortunatamente mai verificatosi. In effeti furono segnalate lievi scosse di terremoto il giorno 23 maggio 2011 nelle località di Gorgo e Gavignano in provincia di Roma, ma nulla di rilevante. Rimane anche un suo scritto di carattere scientifico, del quale finanziò personalmente la pubblicazione e che intitolò: "Un principio fondamentale dell'universo", nel quale dettagliò le sue scoperte. L'unico modo per scoprire l'attendibilità del metodo Bendandi sembra essere attendere il 7 aprile, ma manca ormai poco.