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Ricordo dell'estate 2003

Fiume Sesia, presso Vercelli (VC)Ricordo che faceva un gran caldo e non a caso è stata eletta l'estate più calda della storia. Anche adesso, guardando la colonnina di mercurio dell'Università del Piemonte Orientale sede di Alessandria leggo 28°C. Una temperatura di tutto rispetto, che colloca l'estate 2012 al secondo posto della classifica. A differenza del 2003, quest'anno abbiamo avuto qualche debole rovescio tra maggio e giugno, un po' di instabilità che molti hanno stramaledetto perché, usciti da un inverno polare con temperature intorno ai -20°C un po' ovunque, desideravano tepore e tempo stabile.

Ciò nonostante queste ondate di calore stanno diventando sempre più intense e frequesti. Anche nel 2006 e nel 2009 abbiamo assistito al permanere di situazioni di alta pressione che hanno creato grossi problemi. Oltre ai maggiorni consumi elettrici per il condizionamento e la refrigerazione, il caldo mette a dura prova anche le infrastrutture, per esempio l'illuminazione pubblica, costantemente esposta al sole di giorno al punto di comprometterne il funzionamento di notte.

Anziani all'aperto impegnati nella stoica battaglia contro afa e caldoNel 2003 i danni alla popolazione sono stati considerevoli. A seconda delle fonti si va dai 4000 ai 18000 decessi in più per il caldo anomalo e la pressione sulle falde acquifere già compromesse aumenta ulteriormente. Di conseguenza i danni alla catena alimentare non tardano a farsi sentire. La siccità compromette i raccolti e di conseguenza la disponibilità, qualità e prezzo delle materie prime, che si traduce i un maggiore prezzo al dettaglio.

In assenza di precipitazioni e col permanere delle alte temperature e venti deboli o addirittura assenti, la concentrazione di polveri sottili, ozono e diossido di azoto ammorbano l'aria abbassandone drasticamente la qualità. Nel 2003 ricordo che i telegiornali snocciolavano i soliti consigli: bere molto, stare al fresco, andare in piscina o rifugiarsi nei centri commerciali. Anche l'attività fisica era sconsigliata nelle ore centrali del giorno.

Eppure la società non può fermarsi, chi ha un lavoro deve andarci, i beni alimentari deperibili devono essere conservati, quindi scattano automaticamente i condizionatori. In natura però i condizionatori non ci sono e gli animali e le piante devono farne a meno. Per esempio, mai come quest'anno ci siamo trovati tanti ragni in casa, probabilmente in fuga dall'afa ed in cerca di un posto per passare il giorno. Nulla di pericoloso tuttavia. Ricordo che nell'estate 2003, durante i lavori di rifacimento della fognatura, vidi un paio di Tegenarie Domestiche avventurarsi fuori dai loro consueti ambienti antropici per spingersi fino in casa, probabilmente disturbate dai lavori e dal gran caldo.

Il caso più commuovente risale all'inverno 2009 in Australia, dove furono avvistati alcuni koala elemosinare l'acqua dai passanti. Nel mese di gennaio la temperatura toccò per diversi giorni i 120°F, circa 48°C.

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Di solito questi animali non avvicinano l'uomo, ma forse questo esemplare spinto dalla necessità di trovare refrigerio e placare la sete, si spinse oltre.