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Pensieri e divagazioni su argomenti vari
Morto un papa se ne fa un altro
Quando studiavo alle scuole elementari e media, storia era una materia noiosa. Il libro raccontava di popoli ormai scomparsi o di personaggi e luoghi dei quali non avevo la minima percezione. Leggevo di Oliver Cromwell e Papa Bonifacio VIII senza percepire che le loro azioni e la loro stessa esistenza avessero in un qualche modo influenzato la storia del loro tempo, che questi personaggi avessero calpestato la stessa terra che oggi io posso osservare. Studiavo i fatti come se essi fossero unicamete confinati in una tradizione orale che si tramanda in un epoca appiattita dalla consuetudine, in cui non succede mai niente.
Crescendo si comincia ad aprezzare la storia, forse perché è solo col tempo che si inizia a percepire come l'intreccio di ordinari fatti quotidiani possa gettare le basi su cui essa si forgia e muta continuamente. Fino ad oggi ricordo pochi fatti che un giorno sarei curioso di leggere nei libri di storia, uno di questi è la notizia delle dimissioni del Papa.
Cultura musicale e senso del bello
In un tempo in cui la scena musicale è dominata dai cosiddetti tormentoni, spesso ci si chiede se davvero la gente abbia perso il senso del bello, o semplicemente non abbia più tempo o peggio la capacità di stare a guardare e distinguere il bello dal brutto. Parlando di musica, ogni anno d'estate si assiste alla solita massa di utenti che ipnotizzati ascoltano e consumano quello che viene loro proposto come il meglio della produzione contemporanea. Anche la letteratura non si sottrae a questi meccanismi, specie sotto l'ombrellone.
La novità contagia in modo virale le persone e sembra colgliere il favore di tutti. Pare proprio che l'autore abbia fatto centro nei gusti delle masse. O forse è la massa che è troppo abituata a non scegliere o che ha perso la capacità di critica nei cofronti dell'offerta?
Anche Darth Vader va a messa
Sembra uno scherzo, ed in effetti lo è. L'opera goliardica è costata cara al ventinovenne di Bosco Marengo in provincia di Alessandria, che la notte di Natale scorsa ha fatto ingresso nella chiesa di San Felice a Frugarolo (AL) durante la funzione religiosa vestito da Darth Vader, il Jedi oscuro della saga di Star Wars, percorrendo la navata laterale fin quasi sotto l'altare. Il giovane ha ammesso essersi trattato di una "cavolata che non rifarebbe più" ma il pentimento nulla è valso per evitargli una denuncia per interruzione di funzione religiosa. Il giovane è stato fermato da due carabinieri fuori servizio che l'hanno seguito fuori dalla chiesa. Il movente di questo gesto di scarso gusto sembra essere una scommessa. Vestirsi da Darth Vader e sfilare in modo irriverente in luoghi pubblici sembra essere un vero tormentone, una moda che abbiamo importato dall'America e che immediatamente abbiamo cercato di imitare, ma con scarso successo.
Il costo energetico di una guerra
Sui libri di storia c'era sempre scritto che le guerre scoppiavano perché i buoni dovevano andare a dare una lezione ai cattivi, e l'unico mezzo per fermarli erano le armi. Al tempo dei romani c'erano i cattivi Vandali, gli Unni e gli Ostrogoti. Tribù barbare che dal nord scendevano nella penisola per saccheggiare la Repubblica e i mezzi erano pochi. C'erano le spade, i soldati e le tattiche. I più furbi usavano stratagemmi originali, animali esotici e arditi diversivi. Il risultato era sempre e comunque un bagno di sangue.
Oggi la guerra ci sembra più pulita perché è lontana e ipertecnologica. Ci sono i robot che combattono per noi, i soldati sono pochi ed equipaggiati con le più moderne attrezzature e chi più investe nella ricerca militare finisce col dettare il nuovo standard al quale presto o tardi tutti gli altri si dovranno adeguare. Si è visto con la Guerra Fredda. Una volta erano gli schiavi o gli animali a tirare ed azionare il trabucco, una delle più temute macchine da guerra medievali. Uno schiavo però aveva una resa molto bassa, si stima che fosse compresa tra un fattore 1 a 3 e 1 a 5. Le macchine in uso nella guerra moderna hanno prestazioni enormemente maggiori ma tutto questo ad un costo. L'energia.
Al di là del muro
Quasi in sordina è trascorso il 21° anniversario della Caduta del Muro di Berlino. Avevo 9 anni il 9 novembre 1989 e non immaginavo che quella data avrebbe segnato la fine di un epoca, della Guerra Fredda e dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche come ce le avevano insegnate a scuola. Da lì a poco, il 3 ottobre 1990 la Germania sarebbe diventata un'unica repubblica federale e lo smantellamento della Cortina di ferro avrebbe lentamente sgretolato la potenza sovietica. Nel giro di pochi anni la Jugoslavia di Tito, smembrata negli stati della Bosnia Herzegovina, Croazia, Slovenia, Serbia, Kosovo, Montenegro e Macedonia, sarebbe andata a costituire l'attuale penisola balcanica.
Da un anno all'altro i libri di geografia diventarono obsoleti, le cartine con su scritto DDR, URSS e Jugoslavia suonavano come anacronismi. A dieci anni non ce ne rendevamo conto, ma fu un po' come vivere all'indomani della scoperta dell'America. In quei giorni immagini di pace e fratellanza furono diffuse da tutti i media mentre il comunismo incassava il colpo più duro della sua storia. Sembrava di essersi liberati di ogni male.
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