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Perché i lego piacciono ancora

Lego Art - BustoUna domanda apparentemente scontata che ogni appassionato si sarà posto sicuramente, alla quale però non è semplice dare una risposta anche solo a livello intuitivo. Ci ha provato il dottor Jon Sutton, editore della rivista inglese The Psychologist, che intervistò vari psicologi per dare una risposta formale al quesito.

A quanto pare, il grande successo dei mattoncini colorati sta proprio nella loro logica di utilizzo e nell'istinto da costruttore che è in molti di noi e che non dipende dall'età. Quello che da bambini era uno svago ed un piacevole passatempo può diventare nell'età adulta una vera ossessione, al punto da far crollare ogni autogiustificazione. Molti adulti infatti sostengono di comprare i lego per i figli, mentre è palese che i veri destinatari del regalo sono loro stessi.

Il successo dei lego è anche legato all'ampiezza del pubblico a cui si rivolgono. Al livello più basso, il gioco di costruzioni è accessibile a chiunque perché non richiede uno sviluppo psicoattitudinale avanzato. Tuttavia è possibile delineare un percorso di impegno crescente che accompagna il giocatore nel suo sviluppo, richiedendo abilità psicoattitudinali sempre crescenti. A seconda del grado di approccio infatti i lego privilegiano l'aspetto estetico e la cura dei particolari come pure quello del problem-solving quando si tratta di ottenere un risultato coi mezzi a disposizione.

Per fare un esempio, i lego della serie City incoraggiavanThe Brigade - La portaerei di legoo i bambini a sviluppare l'aspetto estetico e a scoprire come ottenere il realismo. La stazione dei pompieri infatti era costituita da mattoncini rossi ed aveva tutti gli elementi caratteristici che la distinguevano da quella della polizia. Da bambini infatti non avevamo un'idea precisa di come funzionassero le cose, ma intuitivamente sapevamo distinguere una casa da un trattore. Avendo a disposizione molti pezzi elementari ed in testa l'immagine di ciò che volevamo realizzare, il problema si spostava dal cosa costruire al come costruirlo. Le possibilità erano infinite, il difficile stava nel bilanciare le proprie scelte per trovare la via più semplice per ottenere qualcosa senza sacrificare il realismo. Inoltre, la possibilità di cambiare idea, smontare e rifare permetteva di esplorare più strade per giungere allo stesso risultato.

La serie Technic partiva da un approccio estetico meno marcato, privilegiando invece il funzionamento. Con l'impiego di elementi basici l'obiettivo era costruire un meccanismo realistico, funzionante e nel modo più semplice possibile. In questo caso l'approccio era differente. Anche senza avere un'idea precisa di come funzionava una frizione o un meccanismo di trasferimento del movimento, l'obiettivo era ottenere un qualcosa che funzionasse i modo simile, seppur con qualche limitazione in più, mantenendone intatti i principi.

L'uso delle istruzioni era un modo per apprendere le regole base della costruzione, indispensabili all'inizio. Col tempo poi le istruzioni venivano abbandonate, i pezzi disponibili mischiati tutti insieme per allargare il set di possibili combinazioni e quindi di oggetti realizzabili.

Garrison of Moriah di Gerry BurrowsL'aspetto più interessante dei lego però, come puntualizzato dallo psicologo Charles Fernyhough, è la caratteristica non rappresentazionale dei suoi elementi. Quelli più elementari sono anche più versatili rispetto ai pezzi più specializzati. L'elica frontale di un biplano è un elemento molto specializzato che difficilmente potrà avere altri impieghi al di fuori di quello per cui è stato pensato, mentre un mattoncino base può diventare pressoché parte di ogni cosa.

Questa caratteristica col passare del tempo sta scomparendo. Oggi giorno le confezioni di lego contengono sempre più elementi specializzati che aumentano notevolmente la resa estetica dell'oggetto finale e la rapidità di assemblaggio, a discapito della loro versatilità. E' infatti sorprendente vedere cosa certe persone siano riuscite a creare usando solo semplici mattoncini.

Celebre esempio è Garrison of Moriah, di Gerry Burrows, una costruzione in stile fantasy a metà tra il signore degli Anelli e Star Wars, composta di circa 250,000 mattoncini. Essa occupa ben un terzo del volume di una stanza di 50 metri quadrati, è larga circa 8,5 metri, raggiunge i 2,70 m nel punto più alto ed ha richiesto a Gerry un'intera settimana di lavoro senza sosta. Seguendo il proprio progetto mentale, Gerry ha ordinato i pezzi sul BrickLink.com ed ha assemblato un po' a istinto una costruzione enorme che stando alla sua dichiarazione era ciò che da bambino aveva sempre sognato di realizzare. Un tempo infatti Burrows non aveva né i mezzi né lo spazio per lavorare indisturbato, ma oggi le cose sono diverse.

Per concludere, una vera chicca! Quando la passione per i lego incontra lo spirito nerd ed autoironico dell'informatico, il conubbio è esplosivo. Il filmato che segue mostra il funzioamento di una Macchina di Turing perfettamente funzionante realizzata con i lego Mindstorm. Roba da quarto anno di laurea in informatica, a dimostrazione della tesi iniziale sul perché i lego piacciano ancora oggi agli adulti.

https://www.youtube.com/watch?v=cYw2ewoO6c4