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Ben arrivato Commodore PET
C'è voluto il suo tempo ma finalmente è arrivato. La lunga trafila di pratiche burocratiche non ha prevalso sulla voglia di far rinascere un marchio che ha fatto la storia di una generazione di utenti.
Dopo l'annuncio dell'ingresso sul mercato lo scorso 21 luglio 2015 con il primo smartphone di casa Commodore, il sole è tornato a splendere sul marchio. Oggi pomeriggio è stato il giorno della consegna anche per me e devo dire che l'attesa è stata ben ricompensata. Il dispositivo si presenta bene, l'imballaggio piuttosto semplice ed essenziale, senza troppi fronzoli. Nella confezione, oltre al carica batterie e il cavo USB, ho trovato una coppia di auricolari neri con marchio Commodore, che penso inizierò ad usare sin da subito per non reiterare quella fastidiosa pratica comune tra molti giovani di oggi.
La prima impressione è stata grandiosa. L'odore di nuovo mi ha portato indietro al Natale di 27 anni fa, quando aprii la confezione del mio primo Amiga 500. Il fatto che dentro la scatola ci fosse uno smartphone dalla grafica moderna mi ha un po' spiazzato perché ho faticato a vedere in quel dispositivo il legittimo successore del glorioso Commodore 64. In effetti la Commodore Business Machines LTD di oggi poco ha a che vedere con la Commodore che 31 anni fa lanciava sul mercato il computer personale che vendette più di ogni altro nella storia. Tuttavia l'azienda di oggi ne detiene il marchio in 38 paesi, quindi può essere considerata a pieno titolo l'erede di una intera cultura informatica.
Una parentesi umoristica si è aperta leggendo le clausole di garanzia. Soprattutto il punto 5.5 mi ha fatto un po' sorridere, ma penso sia una formula standard applicata per ogni cosa oggi giorno.
Un breve manualetto cartaceo accompagna il telefono, segno che la tradizione non si è interrotta del tutto. Oggi la documentazione è normalmente accessibil online o distribuita su supporti digitali, mentre il mio prima Amiga aveva un corposo manuale cartaceo che ne illustrava l'utilizzo con precisione maniacale. Nella confezione c'era persino un manuale di BASIC! Oggi è già tanto trovare un pieghevole in due facciate scritto in dieci lingue.
La prima accensione è stata un'esperienza mitica. La cover si toglie un po' a fatica, ma il telefono è nuovo ed è normale che sia così. Poi, essendo il mio primo smartphone ero un po' timoroso di romperlo, quindi la cautela era d'obbligo. Un wizard mi ha guidato nella configurazione di base del telefono che in pochi minuti era operativo. Sono ancora senza sim, in quanto il vecchio telefono non era compatibile con le moderne micro sim, ma presto rimedierò.
La grafica moderna e le icone succinte in stile mobile mi hanno però strappato una lacrimuccia. La nostalgia dei cassetti di Workbench è ancora grande! Va detto però che lo sviluppo di un sistema operativo proprietario sarebbe stato dispendioso. Adottando un supporto come Android si è aperto il dispositivo ad un vasto mercato di applicazioni già esistenti, anche se la filosofia della vecchia Commodore sarebbe stata diversa. Superato l'impatto visivo e presa confdenza con i comandi, il primo passo è stato esplorare le applicazioni installate. Sono poche, il ché rende la piattaforma stabile e veloce, come è giusto che sia. La punta di diamante sono Vice64 e uae4all2, gli emulatori Commodore 64 e Amiga preinstallati sulla ROM del telefono e disponibili da subito. Si tratta di applicazioni disponibili anche per altri telefoni basati su Android, tuttavia l'impressione è che siano stati ottimizzati appositamente per il PET, facendogli guadagnare stabilità. In fin dei conti è un aspetto molto soggettivo, però per un affezionato al marchio può fare la differenza. E' come giocare a Super Mario su un NES del 1985 o su un moderno PC dotato di emulatore. La sensazione è quella di essere a bordo di una macchina Commodore a tutti gli effetti.
Il primo approccio all'emulatore è stato con Pac Man. In assoluto uno dei giochi più famosi del mondo e più giocati nella storia doveva essere il mio primo tentativo, così come lo fu sull'Amiga 500 nel 1988. Pac Mania fu la scelta obbligata quindi. Purtroppo per mancanza di tempo non sono ancora riuscito a provarlo ma è solo questione di ore...
In conclusione il Commodore PET può anche essere visto come un'operazione nostalgia, con un target di utenti molto ridotto. Ma nello scenario di guerra tra smartphone moderni, il PET fa la differenza distinguendosi per uno stile tutto suo, che parla dritto al cuore di un nostalgico come me.