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Anche gli anni '90 sono diventati vintage. Questo decennio ha visto cambiamento epocali, sia tecnologici che sociali. Siamo passati dal dualismo della guerra fredda alla globalizzazione e alla new economy, da un mondo isolato ad uno connesso grazie alle reti veloci. Nel 1990 si comprava nei negozi e si telefonava dalle cabine telefoniche. Nel 1999 c'erano Google, Ebay e Amazon, mentre le cabine telefoniche stavano sparendo rimpiazzati dai telefonini.
Negli anni '90 c'era anche molto pessimismo, gli anni '80 erano visti come vecchi, c'era voglia di innovazione e sembrava davvero che il futuro fosse dietro l'angolo. Dall'altro canto, sembrava un decennio foriero di catastrofi nucleari e prefigurava un mondo che da lì a poco sarebbe stato alla mercè di bande di motociclisti punk che leccano coltelli. Invece...
Ciò nonostante gli anni '90 rimangono un periodo denso di ricordi personali, mi hanno accompagnato dalle scuole elementari all'università, dall'infanzia all'età adulta. Così come hanno visto mutare la società in modo radicale, allo stesso modo in quel decennio sono cambiato anch'io
Druid, GdR spaghetti style
Io sono una lancia scagliata dall'alto del cielo,
lo strumento del Bardo dei Bardi,
la voce di Druid che per voi ha cantato.
Con queste parole Nehwyn, l'Ultimo Druido ci invitava ad entrare nel suo mondo per unirsi alla lotta contro i malvagi Derwydd e ricorstruire l'ordine dei druidi, custodi dell'armonia e dell'equilibrio nel creato. L'ambientazione è chiaramente ispirata al mondo delle leggende celtiche, dei bardi e dei druidi e ci trasporta in uno scenario corrotto, in cui alcuni druidi profanatori (Presuntuosi), i Derwydd, iniziarono a sovvertire l'ordine naturale delle cose, usando il loro potere per creare forme di vita "alternative". Crea tu che creo anch'io, i druidi malvagi iniziano a farsi prendere la mano, generando la peggiore progenie immaginabile. Questo attirò l'attenzione delle forze della natura, non più disposte ad accettare un tale scempio. Queste mandarono sulla terra un Diluvio Universale, una Grande Onda che spazzò via la civiltà dal continente di Annwynn, magia compresa, riavvolgendo il nastro della storia e riportando l'equilibrio nel mondo. I Derwydd però, sopravvissero...
Teen pop e jacked potato
E' bizzarro pensare a come le strade di una stella del pop britannico e di una patata farcita possano incontrarsi e ancor più lo è se si pensa ai danni che questo incontro può causare. Forse non è tutta colpa delle patate farcite ma a volte la vita ti porta tanto in alto solo per vedere se davvero sai stare in equilibrio, attendendo il momento in cui cadrai. E' la storia di un quarantenne inglese Walthamstow, un piccolo sobborgo a circa 10 Km a nord est di Londra, di nome Brian Harvey.
Nella prima metà degli anni '90 Brian è stato il frontman della boy band inglese East-17, la crew che venne definita "la versione cattiva dei Take That" e che all'apice del proprio successo arrivò a vendere qualcosa come 18 milioni di dischi, riscuotendo molto successo tra i giovani grazie anche alle sue sonorità elettroniche e underground.
La band si sciolse nel 1998 per poi ricomporsi e successivamente sciogliersi di nuovo dopo meno di un anno. Dal 2006 la band si è riunita ed è di nuovo in attività, ma senza più il suo storico frontman Brian, e senza neppure un gran successo.
Calcio, dialettica e confronto civile
Niente da aggungere, direi che c'è tutto. Erano tempi in cui il calcio era uno sport per signori, giocato soprattutto a colpi di eloquenza e dialettica filosofica. Il vate in questione è Eugenio Fascetti, ex calciatore e allenatore della Lucchese nel 1996, ripreso dall'emittente locale Noi TV e reso noto al grade pubblico attraverso la trasmissione Mai dire Gol su Italia 1.
Chi li ha (più) visti?
E chi l'avrebbe detto che i canadesi fossero anche bravi a produrre musica Reggae? Darrin O'Brien, meglio noto sul palco come Snow, ce lo ha dimostrato nel 1993 con l'uscita di 12 inches of snow, l'album che l'ha reso popolare oltreoceano grazie al brano Informer.
Nonostante la fama, quasi vent'anni sono passati e francamente pure io pensavo di essermene comletamente dimenticato, finché un giorno non salta fuori una vecchia musicassetta Sony, di quelle che registravamo io e mio fratello direttamente dalla radio con il meglio delle hit del momento. Mai avrei pensato che un giorno quelle cassette avrebbero potuto acquisire un valore intrinseco quali cimeli di un periodo vintage.
Lost in translation?
Correva l'anno 1995, quando in prima serata Anna Falchi, durante la diretta a San Remo, tira fuori una oscenità che in un attimo fa il buio attorno a lei. Fortunatamente quelle due parole, nella sua lingua madre (il finlandese) significavano tutt'altro, e così si spiegò l'equivoco.
Quella sera non ero davanti al grande schermo di casa come i milioni di fedeli telespettatori della manifestazione canora, però guardavo i telegiornali, e la notizia mi incuriosì parecchio. Oggi scopro che esiste un intero campionario di innocenti frasi in varie lingue del mondo, che lette da un italiano assumono una sfumatura decisametne imbarazzante... Ecco il campionario direttamente dal web. C'è da ridere!