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Bianchetto - il correttore universale

Liquid Paper (Paper Mate, 1968)Negli anni '80 c'era un elemento del corredo di cancelleria che non poteva mai mancare negli astucci degli scolari: il bianchetto. Detto anche in modo più formale "correttore universale", si trattava di un barattolino di plastica al cui tappo era attaccato un pennello a setole fini che rimaneva immerso nel contenuto, una vernice bianca ad asciugatura rapida. Il bianchetto veniva usato per coprire il testo scritto a biro, poiché le tracce di penna a sfera non erano facilmente rimovibili con la tradizionale Pelikan, e fregando troppo con la gomma si rischiava di bucare il foglio. In seguito l'articolo fu perfezionato, sostituendolo con un pennarello a rilascio di vernice per evitare che il contatto con l'aria asciugasse il contenuto del barattolo.

Anche se la sua invenzione sembra risalire ai primi anni '50 ad opera della dattilografa Bette Nesmith Graham, Liquid Paper si diffuse negli Stati Uniti negli anni '60-'70 ma arrivò in Italia solo in seguito, negli anni '80. In quel periodo era molto diffuso per la sua caratteristica esotica ed il vago profumo di vernice. Non era raro vedere i compagni di scuola, le ragazze soprattutto, interrompere la maestra per prendere il tempo necessario all'applicazione del prodotto, seguito da un frenetico sventolare del foglio per accelerarne l'asciugatura.

Una volta asciugata la vernice era possibile scriverci sopra, evitando così anti estetici segnacci di biro per cancellare gli errori o per nascondere certi errori grossolani.

Ma cosa conteneva esattamente il Liquid Paper? La ricetta includeva un mix di diossido di titanio, nafta, alcol minerale, resine, solventi e aromi. Nel 1980 fu oggetto di inchiesta per l'uso improprio che si faceva del solvente come droga da sniffo. Inoltre l'1,1,1-tricloroetano in esso contenuto era un sospetto cancerogeno, sospetto teratogenico, nonché sospetto responsabile del buco nell'ozono.

Personalmente io non lo avevo e non lo usavo, ero più affeGomma bicolore Pelikanzionato alle penne PaperMate, che potevano essere cancellate con una gomma normale a costo però di paurosi segni viola di gomma, che col tempo si intrideva di inchiostro blu. Inoltre tutti quei cementini lasciavano tracce spesse sulle quali era difficile scrivere bene, inspessivano il foglio e girando pagina era facile macchiare anche l'altro foglio. Inoltre non era del tutto raro assistere a fenomeni di sversamento del contenuto nell'astuccio o sul banco di scuola, quando il vicino si girava sbadatamente per copiare il compito.