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Faccia da pirla
Correva l'anno 1988 quanto uscì il disco Faccia da pirla, la cui title track divenne un autentico tormentone scalando la vetta delle classifiche vendite in Italia. Il brano ebbe un gran successo per via del fatto che sembrava essere stata dedicata all'allora astro nascente Jovanotti, dichiarazione poi smentita dall'autore Charlie, al secolo Carlo Marchino. Inoltre la copertina del disco, ideata da Massimo Zucchelli della Logic Studios, che ritraeva uno specchio con su scritta la frase "Faccia da pirla" ne catalizzò ulteriormente il successo.
Oggi Charlie non canta più, dopo il successo del 1988 seguirono ancora due album di scarso successo dopo i quali l'autore iniziò la carriera di produttore. La sua storia, riletta oggi, suona come l'avventura di un ragazzo poco più che ventenne che di colpo diventa famosissimo, senza Internet e senza Facebook.
Charlie è nato a Roma, il 21 luglio 1964 ed ha un fratello, Fabio, di un'anno più vecchio. Nel 1969 i genitori aprono un negozio di pelletteria a Milano, dove la famiglia si trasferisce. Charlie cresce, è un bambino molto vivace e a nove anni si appassione alla musica quando gli fu regalato l'album Rolling Stones. In seguito passa al genere punk e inizia a suonare la batteria in un gruppo chiamato X Rated, facendo propria la moda trasgressiva e ribelle di quegli anni. Si diploma geometra ma la sua passione lo porta a lavorare nel mondo della musica.
Charlie fa il grande salto nel 1982 quando diventa il batterista di Jo Squillo. Nel frattempo si occupa anche di altro e fra le tante cose compone basi rap a tempo perso con strofe in inglese. Un giorno del 1986 un amico, sentendo una di queste basi e scettico sulle sue possibilità inizia per scherzo a ripetere la frase "Sei un pirla!" a tempo di musica, e lì avviene l'intuizione. Jo Squillo sente il pezzo ma subito stronca Charlie pensando che il brano non funzionerà.
Ci penserà Michelangelo La Bionda, direttore della Logic Studios, che al ritornello rimane estasiato e decide di produrre il pezzo immediatamente e chiede a Charlie stesso di cantarla. Rapidamente il brano scala la classifica delle vendite in Italia, arriva il vero successo, i soldi e la popolarità, e gli eccessi che ne derivano. Non mancano gli incontri con le celebrità, tra cui i Depeche Mode e l'amicizia con il polistrumentista Paolo Panigada, in arte Feiez.
Negli anni seguenti Charlie sparisce dal palcoscenico per dedicarsi alla produzione musicale, che rimane la sua principale occupazione. Per sua stessa ammissione smise di cantare anche perché non era intonato.
La storia di Charlie Marchino è la parabola ascendentedi un ragazzo milanese che ama la musica e vive negli anni '80. Le porte si spalancano di fronte ad un giovane che scommette su se stesso perché in quegli anni il mondo dello spettacolo era ancora una frontiera aperta dove il rischio e la scommessa venivano premiati.
https://www.youtube.com/watch?v=-tXSkJTxeXY
Questa storia però non è quella di molti giovani musicisti di talento che investono tutta la loro vita nella musica. La musica è cultura e la cultura oggi vale decisamente poco. La gente della strada non è in grado di apprezzarla, altrimenti vedremmo per strada formarsi i cortei contro la chiusura dei teatri e delle orchestre. Questa storia non è quella di Roberta Mazzotta, violinista di fila nell'Orchesta Giovanile Luigi Cherubini diretta da Riccardo Muti. Roberta è nata a Lecce il 18 luglio 1983 e avendo compiuto i 31 anni di età non può più far parte dell'orchestra, e con la situazione economica attuale difficilmente troverà un altro lavoro simile al precedente o altrettanto dignitoso.
Tantissimi musicisti oggi tirano a campare elemosinando date per esibirsi, il più delle volte per un rimborso che copre giusto le spese di trasferta. La cultura musicale sembra oggi appartenere ad un mondo passato, in cui la gente si divertiva andando ai concerti ed era molto esigente in fatto di qualità. Oggi la cultura musicale è uniformata e passa per MTV, radio e talent show, e sembra non ci sia più posto per l'esperienza personale.