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Bentornato Amiga 500
Dopo un affannosa ricerca finalmente sono riuscito a riassemblare il vecchio Amiga 500! Ad essere sincero si tratta di un Amiga 500 Plus, il "fratello maggiore" del mio vecchio computer. L'emozione alla prima accensione è stata grande, come tornare ragazzino per qualche minuto per poter apprezzare le potenzialità di una macchina che 20 anni fa usavo solo per giocare... Che spreco, se solo avessi potuto immaginare quante cose ci si poteva fare.
Eppure Amiga 500 nasceva proprio per quello, per essere un home computer dalle ottime prestazioni ed una piattaforma multimediale senza paragoni per l'epoca. Equipaggiato con un processore MC68000 Motorola a 7.09 oppure 7.16 MHz ed una ricca serie di funzioni grafiche ed sonore, venne presentato per la prima volta l'8 gennaio 1987 all'International Winter Consumer electronics Show di Las Vegas in Nevada e commercializzato alla "modica" cifra di 1,140,000 Lire.
Successore idretto dell'Amiga 1000, non presentava grosse novità architetturali all'infuori dei 512 Kb di RAM contro i 256 del suo predecessore ed il Kickstart (quella parte del SO responsabile del boot della macchina, paragonabile al BIOS delle macchine Intel) mappato in ROM anzichè caricabile da floppy disk.
Un'occhiata all'hardware di Amiga 500
Amiga 500 disponeva di una palette grafica a 12 bit (fino a 4096 colori) ed era in grado di visualizzare immagini a 32 colori alla risoluzione di 320x256 (320×512 in modalita interlaced) oppure 16 colori alla risoluzione di 640x256 (640×512 in modalità interlaced). Se collegato ad un televisore con presa SCART se ne poteva apprezzare anche l'audio stereo a 8 bit/28kHz generato da 4 canali PCM. Collegando poi un'interfaccia MIDI alla porta seriale era possibile controllare strumenti musicali elettronici o acquisire suoni che potevano essere rielaborati da sofisticati programmi appositamente sviluppati.
Dall'esterno l'elaboratore centrale si presentava come un blocco unico integrante la tastiera ed il lettore floppy primario da 3.5 pollici. Nella parte posteriore erano locate le interfacce di collegamento all'alimentatore esterno, video, audio, porta parallela e due seriali sulla quali si potevano collegare joystick e mouse. Le periferiche collegabili spaziavano dalle stampanti (a matrice, a margherita, a matrice di punti a colori, getto d'inchiostro e laser), il lettore floppy secondario da 3..5 pollici, il modem, il monitor, l'hard disk esterno A1010 e l'espansione di memoria A501 da 512 Kb che integrava anche il real time clock (disponibile di serie sul modello Amiga 500 Plus uscito nel 1991).
AmigaOS: il sistema operativo di Amiga 500
Sebbene spesso venga identificato con il nome di Workbench, il sistema operativo di Amiga 500 si chiama AmigaOS. Commodore International infatti lo commercializzò con il nome di Workbench, ovvero l'ambiente desktop utilizzato dal sistema operativo AmigaOS, da cui l'equivoco. Ancora oggi si sente parlare di Workbench come il SO vero e proprio.
Il primo prototipo di AmigaOS viene progettato nel 1983 dalla Hi-Toro (che diventerà poi Amiga Corporation in seguito al lancio della piattaforma Amiga), con sede a Santa Clara in California. Era pensato per girare su un prototipo di macchina che in quegli anni non esisteva ancora,:Lorraine. Si trattava di una console per videogiochi basata su processore Motorola 68000, ma col tempo poi il progetto divenne sempre più ambizioso, fino a fare della console un autentico personal computer. La piattaforma prese il nome di Amiga, acronimo di Advance Multitasking Integrated Graphics Architecture. I costi di partenza del progetto furono coperti grazie alle donazioni di tre dentisti della Florida, che tornarono in possesso dei loro soldi quando Commodore International rilevò l'attività di Amiga Corporation.
Siccome nel 1983 l'hardware di Lorraine non esisteva ancora, i progettisti di AmigaOS capeggiati da Dale Luck utilizzarono una macchina virtuale messa a disposizione dalla Sun Microsystems per sviluppare e testare il codice.
Nel 1984 Commodore International rilevò il progetto Lorraine e lo portò a compimento intagrando al SO già esistente TripOS, dall'unione dei quali nacque AmigaDOS, commercializzato poi nel 1985 col nome di AmigaOS come sistema operativo per il primo Amiga 1000. L'architettura del sistema operativo era basata su un micro kernel chiamato Exec e creato da Carl Sassenrath.
Nel 1987 la versione 1.2 di Workbench veniva distribuita insieme all'Amiga 500. Si trattava di un ambiente desktop basato sin dalla sua prima versione su interfaccia grafica WIMP Intuition (acronimo di Windows, Icons, Menus/Mouse, Pointing devices/Pull-down menus/Programs, cioè gli elementi costitutivi della grafica) sviluppata da R. J. Mical. Disponeva anche di un'interfaccia a riga di comando CLI (Command Line Interface) per gli amanti delle cose fatte alla vecchia maniera.
AmigaOS era un sistema operativo monoutente multiprogrammato dotato di preemption (con algoritmo Round Robin a coda di priorità), architettura micro kernel, interrupt programmabili, supporto a 32 bit, libreire condivise ed un efficiente sistema di comunicazione inter process. Oggi è giunto alla versione 4.0, gira su architetture PowerPC ed è un sistema operativo moderno all'altezza del confronto con altri SO quali Linux e Microsoft Windows.
ARexx: il linguaggio di scripting nativo
Una delle feature più interessanti di AmigaOS è senza dubbio l'interprete ARexx per il linguaggio di scripting Rexx sviluppato da IBM, sviluppato nel 1987 da William S. Hawes, al quale aggiunse alcune nuove funzionalità non presenti nella versione originale del linguaggio. Il punto di forza di ARexx è la possibilità di controllare processi e programmi dotati di una porta ARexx attraverso la quale ricevono comandi, e di automatizzare quindi il coordinamento tra processi un po' come avviene nei moderni sistemi operativi con la redirezione dell'I/O e le pipes.
ARexx è un linguaggio lascamente tipato (tutte le variabili sono trattate come stringhe) con scope dinamico delle variabili ed un pratico sistema di gestione degli errori che permette l'interruzione e la ripresa dei processi controllati, dotato di un set di istruzioni piuttosto semplice ma espandibile con facilità.
Amiga oggi
Nell'aprile del 1994 la Commodore International fini in liquidazione volontaria in seguito ad una serie di errori strategici ed il marchio Amiga, insieme a tutta la sua tecnologia, passò di mano in mano a diverse aziende che però non seppero rilanciare il prodotto. Oggi il progetto è sostenuto da una schiera di utenti affezionati e programmatori ed in gran parte da Amiga Inc/KMOS, attuale detentrice dei diritti. KMOS rilevò la Amiga Incorporated e finanziò la produzione di schede madri basate su architettura Power PC da parte di Eyetech e la scrittura di un nuovo SO per opera della software house, portandoci così al 2002, anno in cui nasce il sistema AmigaONE, ed in seguito nel Maggio del 2004 l'AmigaOS4 Developer Pre-Release.
La storia di Amiga come l'ho conosciuta io termina tuttavia nel 1994, quando il marchio esce di scena ed i primi Intel 486 DX2 entrano nelle case delle famiglie e negli uffici. Ricordo ancora quegli anni in cui sulla scrivania della mia cameretta coesistevano entrambe le macchine, e sullo scaffale soprastante la scrivania centinaia di floppy disk giacevano riposti in cassette di plastica ben organizzate riportando sull'etichetta il nome del gioco che aveva accompagnato i miei anni tra le scuole elementari ed i primi anni delle superiori. Il mio Amiga 500 si danneggiò irreparabilmente e venne accantonato per fare posto sulla scrivania, cadde nel dimenticatoio fino al giorno in cui, preso dallo sconforto per non poterlo mai più vedere funzionante, decisi di sbarazzarmene. Allora non immaginavo proprio quale fosse il fascino del retro computing e che un giorno la nostalgia mi avrebbe portato a cercarlo di nuovo.