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Retro gamesPer citare John Carmack: "La trama in un videogioco, è come la trama in un film porno. Ti aspetti che ci sia, ma in fondo non serve a niente" (Masters of Doom).

Nonostante la tecnologia che oggi definiremmo arretrata, questi videogiochi ci hanno fatto sognare. Alla carenza tecnica sopperiva l'immaginazione e quella dose di atmosfera data appunto dalla trama che gli sviluppatori avevano concepito per fare da retroscena dell'azione. Seppur superflua, era ciò che ci proiettava in un nuovo mondo.

In quegli anni non c'era memoria gratuita, ogni kilobyte doveva essere risparmiato. Le animazioni erano poche, rigorosamente corredate di testo scritto per spiegare quello che succedeva sullo schermo e soprattutto per dare un motivo al nostro eroe di intraprendere l'avventura. Spesso il manuale, stampato su carta e riposto nella scatola di cartone, era indispensabile per capire come giocare.

Era preferibile stampare della carta e fabbricare delle scatole, piuttosto che utilizzare qualche floppy disk in più per realizzare un tutorial...

Le cose funzionavano così in quegli anni.

Moonstone

Moonstone (Mindscape, 1991)Siamo di fronte ad un autentico capolavoro, un gioiellino prodotto dall'americana Mindscape nel lontano 1991, oggi affiliata della Electronic Arts. Moonstone ci catapulta in un mondo fantastico, popolato da eroici cavalieri, sapienti druidi, divinità misteriose e mostri selvaggi. Il capo dei druidi ci affida il compito di recuperare una pietra sacra, il Moonstone, e riportarlo al tempio. Questa è la prova del Moonstone, mediante la quale un cavaliere può dimostrare il proprio valore di fronte a Danu, la divinità della Luna, e da lui ottenere una grande ricompensa. Questa opportunità capita solo una volta ogni mille anni.

Moonstone offre ore di grande divertimento in un'atmosfera epica ed immersiva. La grafica e le musiche sono di alto livello e molto ben curate, il gameplay spazia per vari generi, dal gioco di ruolo, all'azione, allo strategico, presentando innumerevoli cammini possibili per arrivare alla nostra meta. Inoltre la modalità multiplayer amplia ancor di più le possibilità di gioco, sia in termini competitivi che di collaborazione.

Future Wars

Future Wars (Delphine Software, 1989)Siamo nell'anno 1989 quando la Delphine Software Cinematique realizza una delle prime e più appassionanti avventure grafiche per Amiga: Future Wars - Time Travellers. Il gioco era basato su un motore grafico proprietario chiamato Cinematique, meno popolare dello SCUMM di casa LucasArts ma altrettanto efficace. Anch'esso era basato su predicati di tipo verbo - oggetto che permettevano di combinare le azioni elementari con gli oggetti e l'ambiente circostante.

In Future Wars vestiamo i panni di un giovane, impegnato a formare la propria professionalità come lavavetri. Ci troviamo su una passerella elevata all'esterno di un grattacielo, in mano un secchio d'acqua e lo spazzolone. Al primo guaio il capo spunta da una finestra e ci rimprovera, ma prima di ritirarsi dimentica la finestra socchiusa. Inizia così un'avventura tra il fantascientifico ed il grottesco, condita da azione e situazioni comiche/grottesche, che ci porterà a rivelare un mistero che pervade tutta la realtà che ci circonda.

La grafica è molto bene curata, alcune fasi animate sono spettacolari tenendo conto che siamo nel 1989. La colonna sonora stereofonica aumenta il convolgimento e la trama è molto intrigante e ben costruita. Tutto ciò fa di Future Wars una pietra miliare nella storia delle avventure punta e clicca.

Gods

Gods (The Bitmap Brothers, 1991)Gods è platform a scorrimento verticale e orizzontale di ambientazione mitologica. Sviluppato nel 1991 dalla Bitmap Brothers, ci trasporta in una dimensione fantastica in cui una città leggendaria, edificata dagli dei, è stata usurpata da quattro grandi guardiani. Gli dei stessi offrono l'immortalità in dono a colui che riuscirà a riconquistare la città. In Gods vestiremo i panni di un grande guerriero che nella sua vita ha raggiunto il massimo livello in ogni disciplina militare, a cui rimane un unico traguardo: diventare un dio. Accettando la sfida ci troveremo immersi in questa cittadella fatta di alte torri, profondi sotterranei e labirinti insidiosi, popolata di mostri di ogni tipo, alla caccia dei quattro guardiani.

Bubble Bobble

Bubble Bobble (Taito, 1986)Era l'estate del 1986 quando Fukio Mitsuji, dipendente della giapponese Taito, ideò Bubble Bobble, e fu subito uno dei giochi di maggior successo dopo Pacman. Nonostante la sua semplicità il gioco Bubble Bobble offre ore di divertimento e ci si appassiona alla svelta. Lo scopo del gioco è guidare i due draghetti Bub e Bob (in giapponese Baburu e Boburu) alla ricerca delle loro fidanzate, rapite dal cattivo di turno, Grumple Grommit.

Il viaggio si articola lungo cento livelli di difficoltà crescente, ciascuno popolato da nemici sempre più pericolosi. A loro disposizione, i due draghetti hanno la loro capacità si sparare bolle colorate che intrappolano i nemici e numerodi gadget che compaiono in modo casuale nello schema di gioco. E' possibile giocare da soli, impersonando il draghetto verde Bub, o in due giocatori in contemporanea con l'aggiunta del draghetto blu (Bob).

Ninja Spirit

Ninja Spirit (1988, Irem Corporation)Nel 1988 la giapponese NEC Corporation lancia un arcade platform di casa Irem Corporation (la stessa di Ghouls 'n' Ghosts e R-Type) sul tema dei ninja: Ninja Spirit. Quello del ninja è decisamente un soggetto molto sfruttato e molto caro ai videogiocatori degli anni '80, ma questo titolo può essere considerato uno dei primo prodotti di una certa qualità. Sfortunatamente la sua memoria è offuscata da colossi quali Ninja Gaiden, Shinobi e Shadow Dancer, tuttavia gli amanti del genere non mancheranno di versare una lacrimuccia ricordandolo.

Ninja Spirit ci fa percorrere la storia di Moonlight, un giovane ninja che intraprende un lungo viaggio per stanare il demone Tsukikage, responsabile dell'uccisione di suo padre e della corruzione di molti ninja.

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