Seleziona la tua lingua

Retro gamesPer citare John Carmack: "La trama in un videogioco, è come la trama in un film porno. Ti aspetti che ci sia, ma in fondo non serve a niente" (Masters of Doom).

Nonostante la tecnologia che oggi definiremmo arretrata, questi videogiochi ci hanno fatto sognare. Alla carenza tecnica sopperiva l'immaginazione e quella dose di atmosfera data appunto dalla trama che gli sviluppatori avevano concepito per fare da retroscena dell'azione. Seppur superflua, era ciò che ci proiettava in un nuovo mondo.

In quegli anni non c'era memoria gratuita, ogni kilobyte doveva essere risparmiato. Le animazioni erano poche, rigorosamente corredate di testo scritto per spiegare quello che succedeva sullo schermo e soprattutto per dare un motivo al nostro eroe di intraprendere l'avventura. Spesso il manuale, stampato su carta e riposto nella scatola di cartone, era indispensabile per capire come giocare.

Era preferibile stampare della carta e fabbricare delle scatole, piuttosto che utilizzare qualche floppy disk in più per realizzare un tutorial...

Le cose funzionavano così in quegli anni.

Return of the Jedi

Return of the Jedi (Tengen, 1988)Il titolo lascia poco spazio all'immaginazione. Si tratta appunto della trasposizione videoludica del cult movie di casa Lucas, Il Ritorno dello Jedi (Richard Marquand, 1983). La casa produttrice è la Tengen, molto attiva verso la fine degli anni '80 ed i primi anni '90, autrice di altri videogiochi come Pit Fighter e Vindicators.

Nonostante la rudimentalità dei mezzi Colin Parrott e compagni hanno fatto decisamente un bel lavoro. Lo svolgimento del gioco ricalca bene la trama del film, riproducendone le fasi salienti in livelli di difficoltà crescente. La musica e la grafica sono di grande impatto, tenuto conto che siamo nel 1988! Inoltre, la possibilità di selezionare la difficoltà iniziale aggiunge sale alla sfida per i giocatori più esperti. Unico neo, a mio avviso, un po' poco longevo e la difficoltà aumenta subito appena terminati i primi livelli di gioco.

Alien Breed Special Edition 92

Alien Breed Special Edition (1992, Team 17)Il 1991 fu l'anno che vide l'inizio di una delle serie di videogiochi più longeve della storia: Alien Breed. Sviluppato dalla Team 17 Digital Ltd, la software house inglese che diede alla luce Body Blows, Super Frog e la fortunatissima saga di Worms, si presenta come uno sparatutto bidimensionale ispirato al celebre film Alien (1979, Ridley Scott). Scopo del gioco è penetrare nel cuore di una base spaziale abbandonata infestata da alieni sanguinari ed eliminare il problema alla radice.

Nel 1992 uscì un'edizione estesa del gioco, che di fatto ne migliorava alcuni aspetti, aumentava il set di armi a disposizione ed aggiungeva nuovi livelli di gioco, senza però stravolgerne la natura. L'edizione del 1992 è quella su cui mi sono concentrato di più, quella secondo me più completa e che ho giocato più a lungo.

Batman the movie

Batman the movie (1989, Ocean Software)Questo gioiellino di casa Ocean Software risale al 1989, e ricalca in modo molto preciso la trama del film di Tim Burton con Michael Keaton e Jack Nicholson. L'esperienza di gioco è unica, la grafica molto ben curata ed il sonoro molto immersivo. Come è logico aspettarsi, il giocatore impersona i panni dell'uomo pipistrello di Gotham City, impegnato nella sua lotta al criminale Jack prima e dopo la trasformazione in Joker.

Il gioco si articola in cinque fasi, alcune in stile platform arcade, altre invece ci vedranno alla guida dei mezzi speciali di Batman. Il gameplay è scandito da una costante corsa contro il tempo ed avremo tre sole vite per completare il gioco. Il livello di difficoltà rimane sempre piuttosto alto ma il divertimento è assicurato.

Eye of the beholder

Eye of the beholder (schermata introduttiva)Era dal 1987, dopo l'uscita di Dungeon Master (FTL Games), che si attendeva un gioco capace di sfruttare le potenzialità grafiche superiori dei nuovi PC IBM compatibili. Dungeon Master gettò le basi di quello che per oltre un decennio è stato lo standard dei GDR in soggettiva, fino all'uscita di Baldur's Gate. Eye of the beholder si incastra in questo filone ed ha avuto il merito di arricchire questo genere introducendo l'adozione di un set di regole standard. Mentre i progettisti di DM avevano dovuto inventarsi un modello di gioco ex novo, Eye of the Beholder incorporava una versione leggermente semplificata delle regole di Advanced Dungeons & Dragons (Seconda Edizione).

Last Battle

Last Battle (Elite Systems, 1989)Il 1 luglio 1989 fece la sua comparsa in Giappone Hokuto no Ken - Shin Seikimatsu Kyūseishu Densetsu, un picchiaduro a scorrimento orizzontale sviluppato e distribuito dalla SEGA per la console Sega Mega Drive. Nel corso dello stesso anno la software house britannica Elite System iniziò a distribuirlo anche in America e in Europa col titolo di Last Battle.

Nonostante la rudimentalità tecnica e la pesante censura voluta dagli americani, già dalle prime fasi di gioco è possibile riconoscere alcuni riferimenti occulti alla trama dell'anime di Ken il Guerriero (episodi dal 110 al 152), che il gioco sembra fare di tutto per nascondere. I nomi dei personaggi infatti sono stati opportunamente cambiati. Ken si chiama Aarzak, Falco, il legittimo successore della Scuola Imperiale di Gento, è stato rinominato Duke, Lynn si chiama Alyssa e Bart è diventato Max. Anche il cattivo finale, Kaiou, è stato ribattezzato Garokk.

Pagina 4 di 7