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Alcuni pensieri e considerazioni sul mondo del software, scritte da un insider
Guru Meditation vive ancora
Per tutti quelli che hanno tremato e ancora oggi tremano al solo udire il suo nome, Guru Meditation continua a mietere vittime tra i programmatori oggi come allora. Ne ho avuto la prova lunedì 4 febbraio 2013, durante una ricerca su Internet sul protocollo SNMP. Sono capitato sulla home page di un tool molto interessante, Net-SNMP, quando incuriosito ho cliccato sul menù Development sulla sinistra. La videata di errore riportava il codice di errore 503 (service unavailable). Il server web non era riuscito a servire la richiesta HTTP perché sovraccarico o per manutenzione.
Le GUI al tempo del colera
Ciò che oggi più attira l'attenzione in un'applicazione, sia essa un complesso software per il lancio di capsule spaziali che un catalogo di ricette, è la componente grafica. Non solo deve essere bella, piacevole, ergonomica, evoluta e veloce, deve pure essere standard. L'utente in pratica vorrebbe che ogni comportamento abbia le conseguenza aspettate. Nessuno si aspetterebbe che facendo triplo click destro sulla barra di una finestra questa si chiuda. Allo stesso tempo le azioni devono essere ben codificate. Nessuno si aspetterebbe che per chiudere una finestra occorra un triplo click destro sulla barra. Eppure non è sempre stato così. Le Graphics User Interface, o GUI, sono una conquista relativamente recente nel mondo dell'informatica.
Interpretare il Guru Meditation
Quando ero bambino era per me un incubo. Capivo poco l'inglese, ma quelle due parole erano per me più chiare del sole che sorge, perché segnavano il momento in cui le mie speranze andavano in frantumi. Il giochino si era piantato irreparabilmente e non c'era più verso di andare avanti. In molti casi poi ero consapevole che l'errore si sarebbe ripresentato al prossimo lancio. Il significato della Meditazione del Guru però mi era oscura. Cosa c'entrava il guru con il giochino che si era piantato? E poi, perché mai questo guru avrebbe avuto bisogno di meditare? La risposta non è immediata, perché il Guru Meditation è uno degli errori di sistema più oscuri della storia dell'informatica.
I videogiochi al tempo del colera
Sono passate già due settimane dal lancio dell'ultima fatica della Blizzard Entertainment, Diablo 3. L'attesa è stata veramente lunga, ben 12 anni sono passati dal giugno del 2000, il mese dell'uscita del capitolo precedente, però sembra che ne sia valsa la pena. La software house californiana ha sfornato un prodotto di tutto rispetto, lo stato dell'arte per quel che riguarda l'intrattenimeto videoludico.
L'uscita è stata notevolmente rallentata da altri cantieri aperti su World of Warcraft e Starcraft II, altri capitoli che raccolgoo folte schiere di appassionati nel mondo. Inoltre, a fomentare un'attesa già di per sé smisurata, il genio commerciale della Blizzard ha prodotto anche un'edizione limitata per i collezionisti più incalliti, contenuta in una teatrale scatola bianca comprendente vari e imperdibili gadget. Detto ciò ho dovuto provare anch'io Diablo 3 e devo dire che la prima partita mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
La grafica al tempo del colera
Da buon videogiocatore qual ero, mi sono spesso trovato a confrontare i videogiochi moderni e quelli della mia generazione su vari piani, un po' per il senso di nostalgia che normalmente si prova nei confronti delle cose vecchie, un po' perché il confronto si pone inevitabilmente per chi ha avuto l'opportunità di provare entrambi i prodotti. Agli occhi invece di un giovane videogiocatore le console moderne e la grafica spinta sono lo status quo, forse anche perché nessuno sano di mente si porrebbe mai il problema di proporre sul mercato un prodotto di livello qualitativamente inferiore.
Davanti ai prodigi della grafica moderna verrebbe da pensare che la perfezione è stata raggiunta sotto vari punti di vista. Eppure c'è ancora qualcosa che sfugge, qualcosa di cui ci rendiamo conto ma che non sappiamo bene descrivere. Un fenomeno noto col nome di Uncanny Valley ci impedisce di ammettere che siamo riusciti a creare un prodotto graficamente perfetto.
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