La genesi di Dungeons & Dragons sembra la trama di una serie TV moderna. E' lunga e complessa, ricca di sfaccettature e aneddoti che hanno contribuito a farne un mito nel corso degli anni.
In questa sezione mi concentro su un capitolo dimenticato di questa vicenda: la seconda edizione del regolamento Advanced Dungeons & Dragons.
Quella parola Advanced messa davanti proprio non ci stava, interrompeva una continuità che confesso mi infastidiva non poco. Eppure quello è il regolamento che ha plasmato le avventure della mia adolescenza.
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Un merito mai abbastanza apprezzato della seconda edizione di Advanced Dungeons & Dragons è quello di aver fatto chiarezza su un argomento un po' spinoso: i poteri psionici.
Prima del 1987, la figura dello psionico non era ben definita. Un po' come Albert Einstein definì l'introduzione della costante cosmologica nel modello della Relatività Generale il suo più grande errore, lo stesso Gygax non ebbe un'opinione migliore delle regole opzionali per i poteri psionici. Effettivamente nella loro prima stesura erano un'accozzaglia di regole opzionali non proprio organiche per gestire una serie di abilità che oggi potrebbero sembrare un po' messe a caso.
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Ricordo la prima volta che dadi alla mano mi avventurai nel mondo di Mystara. Era l'estate del 1992, durante la pausa estiva tra la prima e la seconda media, a casa di un compagno di scuola che aveva appena comprato la scatola nera di Dungeon & Dragons. La famosa scatola nera, quella che voleva svecchiare l'edizione Mentzer proponendo un gioco più in stile dei giochi da tavolo, che facesse l'occhiolino agli amanti di Hero Quest senza però trascurare gli appassionati del wargame di vecchio stampo.
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La primavera del 2023 ci ha regalato un titolo molto atteso: Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri. Per risalire alla precedente trasposizione cinematografica bisogna tornare all'anno 2000 per riesumare un grottesco tentativo che per giunta ebbe pochissimo successo tra il pubblico e ancor meno tra gli appassionati del GdR.
L'onore dei ladri ha il merito di aver superato la prova dei fans. La pellicola mescola sapientemente umorismo nerd, citazioni precise e una storia avvincente, facendone un prodotto godibile anche per chi non mastica molto di Forgotten Realms e D&D. Agli occhi di un giocatore appassionato è impossibile non riconoscere nei personaggi del film gli stereotipi visti più volte sui tavoli da gioco proprio perché la storia sembra davvero uscita da una sessione di gioco! E questo è sicuramente un punto a favore del film.
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Dopo la disamina dei primi due capitoli, non poteva mancare il terzo. Nel primo episodio il gruppo di avventurieri esporava i labirinti di Sottomonte, il complesso sotterraneo che si trova sotto la città di Waterdeep. Rivisitare il primo capitolo con occhi nuovi ha riservato molte piacevoli sorprese. Nel secondo capitolo la destinazione era fittizia, tuttavia è stato possibile trovare alcuni interessanti riferimenti al "lore" dei Reami.
La terza tappa ha una destinazione di eccellenza: il party di eroi fa rotta per la mitica città di Myth Drannor, o per lo meno ciò che ne resta. La Città della Canzone è sicuramente un ottimo posto dove trovare una morte tanto rapida quanto spiacevole. Di tutto ciò che compone il folklore dei Reami, cosa troviamo in Eye of the Beholder III: Assault on Myth Drannor? Per scoprirlo mi sono messo, mappe alla mano, alla caccia di dettagli.
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Il seguito di Eye of the Beholder alza decisamente l'asticella. Se siamo rimasti a piacevolmente colpiti dal primo capitolo, il secondo ci lascerà a bocca aperta e con le idee un tantino confuse. Nonostante la difficoltà elevata, Legend of Darkmoon resta uno dei miei giochi preferiti. Con pazienza ed impegno si può affrontare tranquillamente, occorre però tenere a mente la regola d'oro dell'OSR nei giochi di ruolo: un tiro sbagliato e fine dei giochi. Il consiglio è quindi quello di salvare spesso la partita e procedere con prudenza.