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Parlare oggi degli anni '80 va di moda, ma averli vissuti non ha prezzo. Sono stati anni di grandi contraddizioni, un tempo in cui tante cose che oggi diamo per scontate non esistevano. Bastava fare una telefonata per scontrarsi con dinosauri come lo scatto alla risposta, la teleselezione, le cabine telefoniche a gettoni, il prefisso per le chiamate extra urbane e il duplex.
Erano anni di benessere e di un certo boom economico, seppure sostenuto in modo un po' artificioso. Per un bambino però era tutto magico. La TV commerciale spiegava le proprie ali, e con essa la campagne pubblicitarie di massa indirizzata all'infanzia. Tutto sembrava possibile e realizzato per soddisfare un bisogno che non sapevi di avere. Spenta la TV però la vita un estratto de "I ragazzi della Via Paal".
L'estate del '69 era lontana, si guardava al futuro con una certa fiducia per un progresso che avrebbe annnientato le nostre paure e realizzato i nostri sogni.
Elvira, Mistress of the Dark
Il titolo di indiscussa icona della cultura pop degli anni '80 va sicuramente ad Elvira, la Signora delle Tenebre. In realtà Elvira è molto più che la sexy eroina di commedie comic/horror e la presentatrice di una rubrica di film horror. Elvira incarna molti aspetti dell'immaginario e del fantastico, è la femme fatale degli anni '80, la sintesi di atmosfere contrastanti, ironia, macabro e attrazione fatale. Alla maniera di Zio Tibia, Elvira conduceva un programma contenitore, Movie Macabre, in cui presentava e commentava film horror comodamente distesa sul suo divano di velluto rosso, circondata da candelabri e arredi lugubri. Dal suo scranno di regina oscura presentava i film che al suo tempo rubavano il sonno dei suoi fedeli telespettatori che la adoravano per i suoi modi di fare ammalianti, leggermente ammiccanti pur rimanendo sempre consoni ad una signora. Per questo la ricordiamo con molto affetto.
In memoria di Pat Morita
Dieci anni fa un'insufficienza renale strappava alla vita un'icona degli anni '80. Noriyuki Morita, anche noto come Pat Morita, certamente ha meritato l'ingresso nell'olimpo della cultura pop con la sua interpretazione del maestro Keisuke Miyagi nella fortunata serie The Karate Kid. Inutile rivangare la trama del film, si tratta infatti di una pellicola ancora molto conosciuta e molto trasmessa in televisione e che ancora oggi suscita entusiasmo ed interesse, nonché empatia per il giovane Daniel LaRusso, apprendista del flemmatico maestro giapponese che lo istruisce nella vera via del Karate.
Californiano di nascita, a soli trent'anni Noriyuki Morita fu il primo nippo-americano a lavorare a Las Vegas come attore e intrattenitore. Verso la fine degli anni '60 iniziò a cimentarsi nel cinema, attività dalla quale ebbe anche importanti riconoscimenti. Oltre all'interpretazione del maestro Miyagi, Pat Morita ricoprì il ruolo del primo Arnold in Happy Days. Inoltre, parlava correntemente l'inglese americano senza inflessione, tuttavia fingeva di proposito un accento orientale per dare ai suoi personaggi un aspetto più esotico.
L'ultimo avventuriero
Oggi ricorre il decennale dalla dipartita di un uomo che negli anni '80 è stato per me sinonimo di avventura. Un conduttore televisivo ma soprattutto un esploratore, documentarista, navigatore e scrittore: un avventuriero. La storia di quest'uomo è stata costellata di imprese e conquiste, alcune gli portarono fama e notorietà, altre lo misero al centro del dibattito, ma lui non smise mai osare, scoprire e divulgare. Dalla traversata oceanica in solitaria a bordo della Surprise nel 1973 alla purtroppo fallita conquista del Polo Nord a piedi nel 1983 insieme al suo fidato Siberian Husky di nome Armaduk, quest'uomo ha colmato le pagine della fantasia dei ragazzi che tra gli anni '70 e '80 ancora sognavano l'avventura.
Nel 1992 viene coinvolto in uno spaventoso incidente in Turkmenistan durante il raid Pechino - Parigi da cui esce quasi completamente paralizzato. A ciò fa seguito il 25 febbraio 1993 la scomparsa del suo fidato cane Armaduk. La sua voglia di avventura però è più grande, continua a rimanere attivo sulla scena, senza mai arrendersi e sempre sognando di potersi un giorno rialzare e ricominciare a camminare con le proprie gambe. Il 24 agosto 2005 muore per un infarto cardiaco e con lui se ne va l'ultimo avventuriero della mia infanzia.
Librigame: La saga di Lupo Solitario
Quello di Lupo Solitario è un fenomeno che trae le sue origini dagli anni '80, e precisamente dal 1984, quando in America esce il primo di una fortunata serie di ventotto libri aventi come protagonista Landar, l'eroico guerriero dell'Ordine dei Cavalieri Ramas. La saga è scritta da Joe Dever, scrittore inglese e appassionato di giochi di ruolo. Landar è inizialmente un accolito del Monastero Ramas, presso il quale completa la sua formazione per entrare nell'ordine. Durante il suo periodo di studi viene chiamato Lupo Silenzioso per via del suo carattere schivo e riservato. Il nome muta in Lupo Solitario quando Landar rimane l'unico superstite del suo ordine, distrutto in seguito all'incursione dell'orda del mago Vonatar, votatosi al malvagio dio Naar. Landar diventa inoltre l'unico depositario di una sapienza millenaria e di un'arte di combattimento il cui accesso è riservato a pochi adepti, e impiega questi suoi talenti per combattere le stesse forze del male che hanno distrutto il suo ordine.
Da quel giorno inizia le sue avventure percorrendo le strade del Magnamund, il mondo immaginario di cui fa parte il regno di Sommerlund, la sua terra natia, passando da un'impresa all'altra e accrescendo di volta in volta il proprio potere.
A trent'anni esatti dalla sua prima pubblicazione in Italia, il nome di Lupo Solitario risveglia ancora la nostalgia per una forma letteraria che ha ormai fatto il suo tempo. In un periodo in cui non esistevano cellulari, Internet e multimedialità, bastavano un testo ben scritto, illustrazioni accattivanti e un po' di sana immaginazione per trasportare il lettore in un mondo fantastico.
Caffelatte
Lanciato nel settembre 1987 su Canale 5, andava in onda tutte le mattine prima di Buongiorno Italia che in quegli anni era condotto da Fiorella Pierobon. L'anno seguente venne spostato su Italia 1 mantenendo la fascia oraria. Caffelatte era un programma contenitore per ragazzi sulla falsa riga di Bim Bum Bam, ed era condotto da Carlotta Pisoni Brambilla e saltuariamente Roberto Ceriotti di Bim Bum Bam. Al loro fiano c'era la mascotte del programma, il pupazzo Vitamina. Dalle sembianze di un uccello azzurro, aveva la voce di Pietro Ubaldi, lo stesso doppiatore del pupazzo Four di Ciao Ciao.
Le riprese in studio includevano sketch comici e intrattenimento per ragazzi intervallate da cartoni animati. Molto trasmessi erano i Puffi e John e Solfami, Chobin e Bun Bun. C'era poi l'angolo della posta, in cui venivano lette le lettere dei ragazzi destinate all'immancabile casella postale di Palazzo dei Cigni, 20090 Milano 2, Milano, che puntualmente veniva reclamizzata durante la trasmisisone.
La fascia oraria era scelta ad arte, poiché incentivava i ragazzi ad alzarsi presto la mattina per andare a scuola, correndo in ciò in aiuto ai genitori. Eloquente era la sigla della prima edizione in cui Vitamina guidava uno scuolabus. Era inoltre una valida fonte di intrattenimento per quei ragazzi costretti a letto dall'influenza stagionale, che colpiva puntualmente ogni anno coi primi freddi.
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